Sono 75 anni. Il 25 aprile è la festa della Liberazione e quest’anno ha qualcosa di diverso e triste.
Ci stiamo avvicinando alla fase due dell’emergenza Coronavirus e il numero delle vittime sta lentamente diminuendo fortunatamente e un dato è indiscutibile: ad andarsene, sono soprattutto le persone anziane. Sono le persone che quel 25 aprile 1945 c’erano, la gran parte almeno. Erano giovani ragazze e ragazzi che avevano vissuto la guerra, conosciuto la sofferenza, i bombardamenti, la fame.
Sono le persone che oggi erano padri e nonni, quella generazione che ha permesso di conoscere momenti della guerra e della Resistenza con la “r” maiuscola, quella per cui tanti partigiani hanno combattuto, hanno sofferto.
Carlo Verdelli, da domani ex Direttore di la Repubblica, ha concluso la lettera di saluto ai lettori scrivendo «Partigiani si nasce, e non si smette di esserlo». La memoria del 25 aprile ci porta sempre a quei giorni ed alle note di una canzone tanto discussa quanto iconica, Bella Ciao. Inno alla Resistenza, canto popolare diventato colonna sonora dei partigiani, addirittura utilizzato dallo sceneggiatore Javier Gomez Santander nella serie Netflix La Casa di carta come simbolo della ribellione contro lo Stato da parte del Professore e i suoi compagni.
Non dimentichiamo questa generazione che giornalmente si riduce per questa stramaledetta pandemia, la memoria e la storia che rappresentano, e soprattutto ciò che hanno conquistato 75 anni fa.
Oggi l’invasor è un virus proveniente dalla Cina, e ci ha portato via un pezzo storico del nostro paese che non dovrà mai essere ridotto freddamente a numeri e bollettini delle 18.00, ma ad un patrimonio indimenticabile che figli e nipoti dovranno raccontare alle generazioni future.
Manifestazioni e cortei non ci saranno, ma l’Anpi ha lanciato il flashmob #bellaciaoinognicasa, chiedendo ad associazioni, partiti, movimenti che si riconoscono nei valori della democrazia, della Costituzione e della Resistenza di essere idealmente uniti per celebrare il valore della memoria invitando tutti a esporre dalle finestre e dai balconi la bandiera tricolore e intonare Bella ciao.
Primo Levi diceva: «Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo», un monito tanto vero quanto ancora oggi attuale.
Immagine di copertina a cura di Inedita | Agenzia di comunicazione sociale