Decine di reperti archeologici, un falso De Chirico, angeli in marmo, pietre preistoriche e altro ancora, compreso un olio su tela rubato trafugato 45 anni fa dall’accademia di belle arti di Napoli. C’è la storia dell’uomo e del mondo, recuperata ai legittimi proprietari e in gran parte alla comunità, nelle centinaia di opere d’arte recuperate nel corso di un’ampia operazione europea che ha visto tra i protagonisti i carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale (Tpc). Solo in Italia, i militari hanno recuperato opere d’arte o di valore storico e culturale per oltre mezzo milione di euro.
L’operazione internazionale Pandora IV, coordinata da Interpol ed Europol, era finalizzata a contrastare, in simultanea in più Paesi, la commercializzazione di beni d’arte di provenienza illecita. Carabinieri specializzati hanno rappresentato l’Italia, ponendosi con gli investigatori di gran parte del continente all’osservazione, attraverso la rete e altrove, degli annunci delle aste di beni culturalii, a cominciare da quelle online. Nell’ambito dell’operazione, giunta alla quarta edizione, il Tpc ha ospitato a Roma, per la settimana del cyberpatrolling, funzionari di polizia e doganali di numerosi Paesi europei, rappresentanti di Europol, Interpol e del World custom organization.
I partecipanti, sfruttando le potenzialità di verifica offerte dalla Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti in possesso del Tpc, sovente utilizzata in ambito internazionale giacché è la più completa, hanno effettuato un esteso controllo del web (siti di case d’asta, pagine di commercio elettronico specialistico e generico, piattaforme social media) finalizzato all’individuazione di beni culturali di sospetta provenienza, da rendere oggetto di approfondimento durante la fase operativa dell’operazione.
Questa sola attività è valsa il sequestro di 8.670 beni culturali – spiegano dall’Arma dei Carabinieri – provento di reato o contraffatti, corrispondenti al 28% del totale dei beni sequestrati durante Pandora IV.
Nel periodo di azione coordinata, in cui ogni Paese ha dato il massimo impulso alla tutela sviluppando indagini sulle aggressioni criminali al patrimonio culturale ed effettuando mirate attività di controllo e prevenzione, il Tpc con il supporto dei comandi territoriali ha effettuato 124 controlli ad aree d’interesse archeologico e monumentale, verificato 130 esercizi antiquariali, case d’asta, gallerie, restauratori e trasportatori, contestato 3 violazioni amministrative e denunciato 14 persone in stato di libertà. I militari hanno verificato 1.368 beni nella banca dati, di cui 35 sono ancora oggetto di indagini, oltre a sequestrare 372 beni culturali per un valore complessivo di 502mila euro.
I sequestri per località
• Roma
– 1 ricamo su tela falsamente attribuito ad Alighiero Boetti
– 1 aureo di Claudio/Agrippina
– 1 disegno, matita su carta, falsamente attribuito a Giorgio de Chirico
– 3 sculture antiche in marmo riproducenti angeli, trafugate nel 1999 dalla Chiesa di Santa Maria del Plesco a Casamarciano (Napoli)
– 2 dipinti, olio su tela, falsamente attribuiti a Eliano Fantuzzi
• Castel Gandolfo (Roma)
– 13 reperti archeologici di epoca romana
• Cupra Marittima (Ascoli Piceno)
– 141 reperti archeologici di epoca romana risalenti al periodo compreso tra il I e il II secolo a.C. e il II d.C.
– 150 reperti litici preistorici;
• Montesilvano (Pescara)
– 4 documenti archivistici risalenti al XIV e XVIII secolo, con classificazioni riconducibili a Comuni dell’Abruzzo
• Giuliano Teatino (Chieti):
– 3 manoscritti del secolo XVIII appartenenti a un ente ecclesiastico
• Comunanza (Ascoli Piceno)
– 48 reperti archeologici risalenti al periodo compreso tra il I secolo a.C. ed il II d.C.
• Genzano di Roma (Roma)
– 1 libro edito nel 1676, trafugato in data imprecisata dalla Biblioteca Diocesana di Narni (Terni)
– 2 libri pubblicati rispettivamente a Roma nel 1779 e a Napoli nel 1834, con timbri riconducibili a biblioteche statali
• Padova:
– 1 dipinto, olio su tela, di Giulio Carpioni, trafugato nel 1975 dall’Accademia di Belle Arti di Napoli
• Monza
– 1 dipinto, olio su tavola, falsamente attribuito a Pompeo Mariani.