Alto e dinoccolato, Bernhard Schlink è uomo dalla personalità sfaccettata. Giurista di fama, è stato dapprima giudice costituzionale in Renania settentrionale, poi docente di diritto all’Università Humboldt di Berlino. A questo lavoro di grande rigore ha sentito a un certo punto il bisogno di accostare l’altra sua vocazione, quella di scrittore, che trae ispirazione da storie vere e dalla Storia con la s maiuscola.
Dopo avere ottenuto la fama letteraria con Il lettore, racconto della passione tra un ragazzo e un’ex sorvegliante di un campo di concentramento, Schlink torna con la sua ultima fatica letteraria, Olga (Neri Pozza, pp. 221, 18 euro), ad affascinare i lettori con un’altra trama amorosa, quella di inizio Novecento tra una ragazza del popolino divenuta insegnante, ed Herbert, rampollo altoborghese ossessionato dal desiderio di perdersi in regioni remote del mondo.
«Mi è sempre piaciuto scrivere, fin dai tempi della scuola- racconta il giurista-scrittore – Per un lungo periodo durante la mia carriera di giurista mi sono limitato a testi di natura professionale. Mi mancava sempre qualcosa. Quando scrivo, corro dietro alle storie che mi vengono in testa. Così, a un certo punto, queste hanno avuto il sopravvento».
Come le è venuta in mente la storia di Olga?
Si è trattato di un insieme di circostanze. Mi sono imbattuto da un antiquario in un libro sulla vita di un uomo che, come Herbert, aveva militato nelle truppe coloniali e combattuto contro gli Herero, infatuandosi del deserto. In seguito aveva preso parte a una spedizione nell’Artico e lì era scomparso. Allora mi sono chiesto da dove venisse questa bramosia di nichilismo, che è quella di tutta una generazione di uomini di quel periodo.
E la risposta qual è stata?
Alla vigilia del primo conflitto mondiale si avvertiva una grande inquietudine a causa di una vita troppo comoda, e di conseguenza una grande voglia di avventura, che portò tanti ragazzi ad arruolarsi durante la guerra e poi a morire.
Che tipo di donna è Olga?
Olga mi fa pensare a tutta una serie di donne di quel periodo, molte delle quali ho conosciuto personalmente, piene di talento, ma che non hanno avuto modo di realizzarlo appieno. Anche la sua relazione sentimentale con Herbert è molto simile a quella delle donne del suo tempo, che avevano come uomini soldati o marinai, sempre lontani e che vedevano assai di rado. La convivenza allora non era la regola.
Lei è al tempo stesso giurista e narratore storico. A suo avviso qual è la funzione della storia e quale quella del diritto?
Forse non è obbligatorio per tutti occuparsi di storia, ma per noi tedeschi, a causa del nefasto periodo del nazismo, lo è di sicuro. Non vi può essere diritto che non si basi sulla storia. Il diritto per me ha nella società un ruolo centrale regolatore, e senza di esso le società non possono progredire. A differenza di quel che si pensa, è una materia non mnemonica e richiede molta creatività.
Cosa pensa della Germania di oggi?
Non sono contento in genere della deriva nazionalista e xenofoba dell’Europa e anche degli Stati Uniti, ma rimango speranzoso.
E dell’Italia cosa pensa?
In Italia e in Germania ritrovo la stessa situazione. Se l’Europa non è unita non ha speranze nel palcoscenico del mondo. Sono state commesse scelte stupide e io mi sento infinitamente triste.
Bernhard Schlink, l’amore improbabile e perduto di Olga
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