Sonora bocciatura, la terza, per la Regione Toscana nelle aule del Tar. Motivo del contendere, la caccia a due specie, moriglione e pavoncella, incluse fra le specie cacciabili benché necessitino «di severe tutele». Parola di Enpa, Lav, Lipu e Wwf che, ricorrendo ai giudici amministrativi, assisttite dalle avvocate Valentina Stefutti e Barbara Vannucci, hanno ottenuto una terza sospensiva. Un’altra, rilevano le associazioni, «era già stata temporaneamente accordata in urgenza».
Risultato: «Per tutta la stagione non si potrà sparare a moriglione e pavoncella, due specie le cui popolazioni sono in forte declino a livello europeo e che secondo le indicazioni dell’Unione Europea e gli accordi internazionali, devono essere oggetto di severe tutele», spiega una nota delle quattro associazioni.
Da risolvere, semmai, il fatto politico o, se preferiamo, l’ostinazione della Regione Toscana, sempre in attesa, naturalmente, della sentenza definitiva che arriverà in primavera. «Si tratta dell’ennesima bocciatura sullo stesso tema. Per ben tre anni consecutivi, in disprezzo dei pareri scientifici e delle leggi e del ministero, e agendo per compiacere l’interesse privato del mondo venatorio, la Regione ha volutamente insistito ad inserire queste due specie fra quelle oggetto di caccia – osservano Enpa, Lav, Lipu e Wwf – Non è bastato il primo ricorso vinto» dalle quattro associazioni, né il secondo.
«Ci chiediamo come sia possibile che una pubblica istituzione, che ha il compito preciso tutelare la fauna selvatica e la biodiversità, così come imposto dalle normative nazionali, continui a calpestare diritto e scienza sulla base delle richieste di minoritari gruppi di interesse del tutto privati, costituiti dal mondo venatorio, forse per racimolare qualche consenso – osservano ancora le associazioni ambientaliste – Le nostre associazioni continueranno a lavorare incessantemente per impedirlo, ma non si può pensare che per far rispettare le norme vigenti si debba andare avanti a ricorsi ai tribunali, come avviene puntualmente ogni anno a causa delle continue e ripetute violazione delle regioni». Segno che in tema venatorio, ora riaperto peraltro dalla raccolta di firme per indire un referendum abrogativo della caccia, il problema non è solo toscano.
Sta di fatto, che le quattro associazioni, in Toscana, pensano alla loro regione e si rivolgono in ogni caso all’assessore competente. «È cambiata giunta. È cambiato assessore. Ma sulle politiche della caccia sembra che non cambi mai nulla. Per questo le associazioni si rivolgono all’assessore Saccardi, chiedendo una decisa svolta: “è ora di finirla con i regali al mondo venatorio, sulla pelle degli animali selvatici, e di cominciare a rispettare leggi e scienza”».