Inquinamento

Un italiano su 5 se ne frega dei cambiamenti climatici. E lo dice

Sono 11 milioni gli italiani scettici per i quali il cambiamento climatico è poco preoccupante o addirittura non rappresenta un problema. Un italiano su 5 – per una percentuale che supera di molto questo 20% se prendiamo in esame coloro che maggiormente incidono sul cambiamento climatico stesso – nega quel che sta avvenendo.

Il dato è inconfutabile. Emerge da una elaborazione di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, su fonte Eurispes in occasione del Global Strike for Future, la mobilitazione globale del 15 marzo che nasce dalle proteste della giovane attivista svedese Greta Thunberg. Nonostante questa area di negazionisti cresciuta del 6% negli ultimi dieci anni (si vede che quando crescono razzisti e sovranisti sale pure il numero degli avvelentatori) esiste però uno zoccolo duro di responsabili, che rappresenta il 77,5% della popolazione nel suo complesso. Sono coloro che si preoccupano dei cambiamenti climatici, con 6 italiani su 10 che ritengono utile in generale ridurre i consumi quotidiani per limitare il riscaldamento terrestre.

Se chi è in età attiva e genera inquinamento non è sempre attento a limitare i danni, permane nell’insieme società italiana una forte sensibilità green che nasce proprio dall’impatto del clima su diversi aspetti della vita quotidiana: dall’aumento delle temperature negli ambienti urbani alle nuove colture nei campi, dai trasporti con il boom delle auto elettriche e ibride agli investimenti industriali nel settore ambiente fino ai consumi a km zero con l’acquisto dei prodotti alimentari direttamente dai contadini.

Una tendenza green che coinvolge anche i giovani – spiega un’analisi di Uecoop su dati della Camera di commercio di Milano Lodi e Monza – con più di 4mila imprese guidate da under 35 in settori che vanno dalla costruzione di edifici all’attività di consulenza, dall’agricoltura all’immobiliare. Un’azione economico ambientale che vede in prima linea il mondo cooperativo anche con piccole realtà locali che hanno sviluppato progetti che vanno dal riciclo dei materiali fino alla produzione di energia da fonti rinnovabili, unendo – conclude Uecoop – utilità sociale, sviluppo economico e rispetto per l’ambiente.

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