Milano, 1 febbraio 2024 – Con l’approvazione del disegno di legge che prevede il divieto di produzione e vendita di carne coltivata e le restrizioni sulle denominazioni delle alternative vegetali alla carne, l’Italia ha violato il diritto europeo. Ad annunciarlo è stata la Commissione europea, che ha chiuso la procedura TRIS relativa alla legge italiana proprio con questa motivazione.
Mirando a prevenire la creazione di barriere nel mercato interno dell’Unione Europea, con la procedura TRIS Stati membri e Commissione devono avere la possibilità di esprimersi su un disegno di legge prima della sua approvazione. Al contrario, l’Italia aveva ritirato la notifica TRIS per evitare una bocciatura ufficiale da parte della Commissione europea, concedendo poi all’Unione di esaminare il divieto solo dopo l’approvazione della legge l’1 dicembre 2023. Questo però potrebbe rendere la legge di fatto inapplicabile. La Corte di Giustizia UE ha infatti deliberato che le leggi adottate in violazione della procedura possono essere dichiarate inapplicabili dai tribunali nazionali.
«Come abbiamo già affermato in passato, questa legge è una mossa di propaganda politica e ci mette in ridicolo di fronte a tutta l’Unione Europea. Il Governo era consapevole dell’inapplicabilità della legge ma ha voluto comunque giocare a nascondino, ritirando la nota per paura di una bocciatura ed esponendoci al rischio di una procedura di infrazione da parte della Commissione. Questo divieto è inutile per diversi motivi, ma soprattutto perché, una volta ricevuto l’OK per il commercio in Europa, l’Italia non potrà in nessun modo vietare l’importazione e la vendita di carne coltivata. La decisione della Commissione però offre una possibilità al Governo: abbandonare una posizione ideologica e antiscientifica e lasciare agli italiani e alle italiane la scelta di che cosa vogliono mettere nel proprio piatto» dichiara Claudio Pomo, responsabile sviluppo di Essere Animali.