Impegna più di 100 volontari, maschera 200 persone e ne coinvolge diverse migliaia. È il Carnevale di Paperino che, domenica 23, torna per la terza sfilata del 2020. È il carnevale di Prato per eccellenza, pur organizzato da quasi mezzo secolo e con un paio di brevi interruzioni forzate, in una delle frazioni più a valle della città. La regia è del Circolo Arci (quello di Paperino, appunto) che mette insieme forze differenti e provenienti in piccola parte anche da altri paesi. Stanzone per fabbricare i carri e sartoria per realizzare e provare i costumi sono i centri sui quali il Carnevale di Paperino si fonda, mentre a livello organizzativo potrebbe fra qualche tempo nascere un’associazione specifica.
Intanto, largo alla terza sfilata, confidando come giorni addietro nel bel tempo.
Dalle 10, si svolgerà il 4° Trofeo di calcio Carnevale di Paperino, competizione quadrangolare con squadre professionistiche, a seguire la sfilata con la partecipazione della street band La Sganghenga e dell’associazione La lepre Pazza. Animazione a cura di Bondi dj e Josi. Gran finale per i più piccoli, martedì 25 febbraio dalle 15, animazione e giochi in strada, clown e giocoleria sempre in compagnia dell’associazione La Lepre Pazza.
«Anche quest’anno – spiegano gli organizzatori – i carri che abbiamo realizzato sono piaciuti molto e sono stati apprezzati dalle centinaia di persone che hanno partecipato alle prime due sfilate. Si va dal mondo degli unicorni, al carro ispirato alla famosa serie televisiva La Casa di Carta, fino ad arrivare ai ritmi messicani ispirati al film di animazione Coco e alle magiche atmosfere del film Maleficent. Non mancheranno i supereroi più famosi del cinema rappresentati, tra gli altri, dai ragazzi dell’associazione Insieme Autismo e un carro ispirato alle visioni d’Oriente».
Il Carnevale di Paperino nacque nel 1977, nella forma di Carnevale moderno, con sfilata di carri, tante maschere, musica, tutto in continua evoluzione e con immediato successo di pubblico ma le sue radici affondano ben più lontano e si innestano in un substrato di usi e sentimenti popolari che, fino dai primi anni del Novecento, con risalto celebrava la festa del carnevale, con addobbi di foglie e fiori, maschere, feste da ballo organizzate nella sala di ricreazione del circolo di allora.
Munia Branca