L’Organizzazione ha “accompagnato” l’iter dell’iniziativa governativa per verificarne l’efficacia ad inizio, metà e fine Trimestre: dopo la partenza a stento, già a metà dicembre si è registrato un netto calo nel numero dei prodotti del Carello tricolore (-37%).
Nel trimestre anti-inflazione i prezzi dei prodotti nel carrello tricolore – quasi sempre della marca del distributore – sono effettivamente diminuiti rispetto ai mesi precedenti, ma nel 65% dei casi non erano i più economici sullo scaffale.
In generale, la scarsa numerosità di referenze selezionate e l’assenza di prodotti in alcune categorie molto acquistate dagli italiani hanno reso impossibile effettuare una spesa completa anche solo dei prodotti essenziali, limitando di molto la reale possibilità di risparmio per le famiglie.
08 febbraio 2024 – Dal 1° ottobre al 31 dicembre 2023 è stata attiva l’iniziativa concordata tra governo, Grande distribuzione e produttori, nota come il trimestre anti-inflazione. L’obiettivo dichiarato era di offrire un paniere di beni di largo consumo, fra cui molti beni alimentari, a prezzi ribassati per cercare di contenere i prezzi e tutelare il potere d’acquisto delle famiglie italiane.
Al fine di verificare l’andamento dell’iniziativa e farne un bilancio complessivo in termini di effettivo risparmio generato per i cittadini, Altroconsumo ha condotto un monitoraggio dei prezzi di 125 categorie di prodotto in 15 punti vendita di 8 catene (super, iper e discount) tra Roma e Milano, verificando quali tipologie sono state inserite nel carrello e quale sia stato l’andamento dei prezzi rispetto al passato e riguardo alla media degli altri prodotti della categoria, non coinvolti dall’iniziativa.
Uno step intermedio di analisi, effettuato a metà dicembre, mostrava già l’impatto limitato che l’iniziativa stava avendo in termini di risparmio per le famiglie italiane. I dati infatti indicavano un netto calo nel numero dei prodotti del carrello tricolore (-37%), che per il 97% erano prodotti a marchio commerciale, a cui si affiancava una generalizzata riduzione delle promozioni, -25% rispetto ad ottobre. Numeri che il calo del 2,2% dei prezzi del carrello tricolore rispetto al periodo maggio/giugno (utilizzato come benchmark nell’indagine) non bastavano a bilanciare. Inoltre, sebbene fosse aumentata la percentuale delle categorie nelle quali il prodotto del carrello tricolore era anche quello che realizzava il minimo di prezzo, le percentuali rimanevano ancora basse, intorno al 45%. L’impressione che se ne ricava è che già a metà dicembre l’iniziativa fosse in via di dismissione in gran parte delle catene distributive.
LE ULTIME RILEVAZIONI DI GENNAIO
Anche se ufficialmente l’iniziativa del governo era terminata, Altroconsumo ha notato che in 6 punti vendita sui 15 del campione, nei primi 15 giorni di gennaio, c’erano ancora prodotti contrassegnati da questa promozione: ne sono stati trovati ancora 291, non molti di meno rispetto a dicembre 2023 (437), a iniziativa in corso; a ottobre, a trimestre anti-inflazione appena partito, erano 666. Come nelle precedenti rilevazioni, anche in questa terza puntata i prodotti nel carrello tricolore erano quasi tutti del marchio del distributore, in ben il 96% dei casi: tra questi, rotoli di alluminio, pane bianco a fette, croissant confezionati, uova, cibo per gatti e cani, ma anche zucchero e vaschette di gelato. Altroconsumo ha quindi verificato per quanti prodotti il prezzo fosse aumentato, fosse rimasto invariato o fosse diminuito. Dall’indagine è emerso che solo per il 12% dei prodotti che prima erano nel carrello tricolore il prezzo è aumentato al termine del trimestre anti-inflazione (si tratta di 84 prodotti sui 689 totali prima nel carrello), per il 79% (543 prodotti) il prezzo è rimasto invariato e per il 9% (62 prodotti) il prezzo è addirittura diminuito. Ciò significa che per l’88% dei prodotti del carrello tricolore (605 su 689) il prezzo non è aumentato al termine della promozione, come sarebbe stato invece comprensibile se la promozione avesse davvero influenzato i prezzi. Non è un male che i prezzi non siano aumentati, anzi; ma questo risultato, ancora una volta, non conferma una vera efficacia dell’iniziativa di calmieramento dei prezzi, per come è stata presentata.
Altroconsumo ha anche contato tutti in prodotti in offerta in tutti punti vendita visitati per tutte le tipologie di offerta presenti, confrontandoli con i prodotti in offerta negli stessi punti vendita nel periodo maggio-giugno (prima del carrello tricolore), ottobre 2023 e dicembre 2023. Il numero dei prodotti nel carrello tricolore a gennaio 2024 è in calo rispetto alle settimane precedenti, come è normale che sia dato che l’iniziativa era terminata. Anche se il carrello non c’era più, però, a gennaio il numero delle promozioni totali è comunque aumentato ed è anche più alto rispetto a tutti i monitoraggi precedenti (+35%, ad esempio, rispetto a dicembre): i punti vendita hanno rinforzato le loro classiche promozioni per invogliare i consumatori a continuare a fare acquisti dopo un periodo di forti consumi e spese come il Natale. Si può affermare comunque che – del carrello tricolore, una volta terminata l’iniziativa – non si sente la mancanza, neanche quanto a numero di promozioni sugli scaffali
Altroconsumo ha infine analizzato tutti i prezzi dei prodotti delle 125 categorie considerate tra maggio-giugno 2023 e gennaio 2024 (la promozione carrello tricolore non c’era ancora nel primo caso e non c’era più nel secondo). Quasi tutti i punti vendita hanno aumentato i prezzi a scaffale, mediamente del + 3,3% (solo in due punti vendita più virtuosi i prezzi dei prodotti sono diminuiti rispetto a maggio-giugno, dell’1-2%). L’aumento è trainato soprattutto dagli iper visitati (+ 6% in media) e dai supermercati (+ 5%), mentre i discount hanno mantenuto i prezzi sostanzialmente stabili (+ 0,19%). Il carrello tricolore, quindi, non ha lasciato importanti tracce sui prezzi generali, che restano in significativo aumento.
Dalle rilevazioni emerge inoltre che i prezzi di gennaio 2024 (a iniziativa terminata) rispetto ai prezzi di dicembre/ottobre 2023 (quando era ancora in corso) sono rimasti praticamente gli stessi. In sostanza, se questa promozione non ci fosse stata, non sarebbe cambiato quasi nulla per le tasche dei consumatori. Potrebbe essere cambiato qualcosa, invece, per quelle della grande distribuzione che – avendo messo in questa promozione quasi solo i prodotti del suo marchio (private label) – probabilmente è riuscita a trovare il modo di spingerne le vendite, sull’onda dell’iniziativa governativa.
Al termine di questa articolata indagine, quali conclusioni si possono trarre in merito all’efficacia dell’iniziativa del trimestre anti-inflazione? Se, come detto in precedenza, l’intento del governo era costruire un carrello di prodotti essenziali per bloccare l’aumento dei prezzi, è possibile ormai affermare che l’obiettivo è stato raggiunto solo in maniera parziale.
“Nato tra migliori auspici e grandi annunci, il carrello tricolore non è mai veramente decollato e, anzi, in molti casi è rimasto abbandonato anzitempo tra le corsie: è questo il saldo finale che possiamo trarne, dopo averne accompagnato passo passo l’iter per verificarne la reale efficacia. Prova ne è che, dopo la partenza a rilento e disorganizzata che abbiamo raccontato, con diversi “distinguo” dai punti vendita, già a metà dicembre in gran parte delle catene distributive l’iniziativa è sembrata in via di dismissione. Si motiva probabilmente così – e non con gli effetti taumaturgici sull’abbassamento dell’inflazione generale, fortunatamente merito di altri fattori – la decisione del governo di non rinnovare, a questo punto correttamente, la misura alla sua scadenza naturale” spiega Federico Cavallo, Responsabile relazioni esterne di Altroconsumo.
“Di certo c’è che i benefici reali e aggiuntivi per i cittadini sono stati modesti: la scarsa numerosità di referenze selezionate dalla Gdo e l’assenza di prodotti calmierati in alcune categorie ad alta frequenza di acquisto (come olio, acqua minerale, dentifricio, oltre a tutto il fresco) hanno seriamente compromesso la possibilità di fare una spesa completa a prezzi ridotti, anche solo dei prodotti essenziali. A ciò si aggiunga che nel trimestre anti-inflazione i prodotti del carrello tricolore non erano i più economici a scaffale ben nel 59% dei casi. In più, nel mese di gennaio – a trimestre anti-inflazione terminato – i prezzi dei prodotti che prima erano in promozione con il carrello tricolore non sono tornati ad aumentare, come sarebbe stato normale al termine di offerte realmente significative, cioè che avessero realmente influenzato i prezzi. Nella stragrande maggioranza dei casi i prezzi sono invece rimasti esattamente gli stessi e in alcuni casi sono persino diminuiti. Le evidenze che questa promozione sia stata interpretata solo come un “logo” da apporre agli scaffali, in sostanza, restano. Infatti, anche il numero di promozioni totali – a gennaio – non è diminuito, come sarebbe stato comprensibile visto che il trimestre anti-inflazione è terminato ma, anzi, è paradossalmente aumentato: a conferma del fatto che le offerte “carrello tricolore” non si sono aggiunte alle altre promozioni da sempre fatte dalla grande distribuzione, ma si sono piuttosto mescolate a quelle già esistenti senza determinare, quindi, modifiche sostanziali ed effetti durevoli.” Conclude Cavallo.
Nota metodologica
Le catene a cui appartengono i 15 punti vendita visitati nel corso dell’indagine Altroconsumo sono: Conad, Eurospin, Esselunga, Il Gigante, Lidl, Panorama, Penny Market, Supercoop/Ipercoop; è stato rilevato il prezzo di tutti i prodotti presenti a scaffale delle 125 categorie di prodotti più rappresentative della spesa delle famiglie italiane – le stesse utilizzate nella annuale inchiesta sui supermercati dell’Organizzazione – dai prodotti alimentari a quelli per la cura della casa e della persona fino al cibo per animali.