L’America va a Sinistra. Un’affermazione che abbiamo sentito spesso nel 2008, l’anno della vittoria schiacciante dei democratici alle elezioni presidenziali americane, in cui, con il primo candidato nero alla presidenza, ripresero il controllo della Casa Bianca e mantennero quello delle due camere del Congresso. Un trionfo che allora rendeva naturale il dire l’America va a Sinistra. Eppure quella convinzione già due anni dopo, nel 2010, alle elezioni di medio termine, s’indebolì. Obama vinse poi un secondo mandato nel 2012, ma sempre con un Congresso diviso e con risultati elettorali ben più risicati di quelli che lo avevano fatto entrare alla Casa Bianca 4 anni prima.
Lo scorso Novembre, alle elezioni di medio termine per la Camera e diversi seggi del Senato, i democratrici hanno perso il controllo anche di quest’ultimo e di molti Stati (si tenevano infatti in contemporanea anche le elezioni per diversi governatori).
Il tasso di approvazione di Obama era poco sopra il 40% da più di un anno. Oggi dire l’America va a Sinistra, a molti può sembrare quindi comprensibilmente una frase quasi assurda.
Tuttavia è questo che numerosi rilevamenti di vari istituti di ricerca americani, come il Gallup, il Pew Research Center e You Gov, rivelano sempre più nelle loro indagini sulle opinioni politiche e culturali degli americani. Queste indagini rilevano una rapida crescita dei liberal (termine che negli Usa indica i progressisti) e un declino dei conservative (i conservatori).
Sì, i repubblicani hanno ottenuto vittorie significative ma esse sono più dovute a fattori sistemici come la tradizionale diversa composizione dell’elettorato nelle elezioni di medio termine; un elettorato meno numeroso, più bianco, più anziano, più conservatore. A questo sono dovute tali vittorie, a questo e al tipico svantaggio subito nelle elezioni di medio termine dal partito del presidente mentre Obama ha comunque vinto un secondo mandato.
Gli istituti di ricerca sopra citati hanno rilevato nelle loro indagini una graduale svolta a Sinistra nell’opinione pubblica americana, minore sulle questioni economiche e maggiore su quelle sociali e morali.
Riguardo le questioni economiche, l’istituto di ricerca You Gov ha pubblicato il 15 maggio 2015, un indagine riguardante le opinioni degli americani sul Socialismo, di cui riportiamo due grafici.
Il primo indica per fasce d’ età le percentuali di opinioni favorevoli su socialismo e capitalismo e mostra come i Millenials (la generazione dai 18 ai 29 anni), siano la sola generazione in cui il capitalismo non è nettamente preferito al socialismo.
Nel secondo grafico, sempre per fasce d’ età, vi sono le percentuali di risposte in accordo o in disaccordo con la citazione di Churchill: «Il Socialismo è la filosofia del fallimento, la setta dell’ignoranza, il vangelo dell’invidia».
Anche nel secondo grafico si può vedere come le generazioni più giovani e soprattutto quella dei Millenials (18-29 anni) siano le meno inclini al sentimento antisocialista, il quale, prevalente da molti decenni nell’ opinione pubblica americana, più di vent’anni dopo la fine della guerra fredda, sembra, almeno tra i giovani, scemare.
Leonardo Panerati
In alto, una foto di una manifestazione di Occupy Wall Street, un movimento di contestazione pacifica nato il 17 settembre 2011 per protestare contro gli abusi del capitalismo finanziario, movimento composto prevalentemente da giovani.