La scrittura editoriale di Germano Celant e l’archivio come metodologia
Giornata di studio dedicata alle ricerche e produzioni editoriali del critico d’arte e curatore
Nell’ambito delle giornate di studio intitolate Germano Celant. Cronistoria di un critico militante
Realizzate a cura dello Studio Celant, da una proposta dell’Accademia Nazionale di San Luca
In collegamento con il Centro Informazione e Documentazione CID/Arti Visive, biblioteca-archivio
del Centro Pecci
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato
25 febbraio 2023, ore 10:30-13 / 15-18
Ingresso libero
Prenotazione consigliata su: www.centropecci.it
La giornata tematica di studio in programma al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato il 25 febbraio 2023 fa parte di un ciclo di otto appuntamenti specifici presso altrettante istituzioni italiane intitolato Germano Celant. Cronistoria di un critico militante e curato a livello nazionale dallo Studio Celant partendo da una proposta dell’Accademia Nazionale di San Luca.
L’appuntamento del Centro Pecci di Prato intende approfondire il ruolo che la scrittura editoriale riveste all’interno dell’attività di Germano Celant e alla concezione di archivio come esperienza coinvolgente e viaggio nel futuro. Illuminante, in tal senso, risulta un brano tratto dal suo intervento al dibattito Senso, finalità e struttura di un archivio d’arte oggi (pubblicato in “Archivio” n. 0, Prato, 1985; primo bollettino del Cid/Arti Visive, propedeutico alla nascita del Centro per l’arte Contemporanea Luigi Pecci), dove Celant affermava: “Ognuno di noi critici e storici dell’arte contemporanea possiede un archivio. Siamo già identificabili ed evidentemente l’archivio che ognuno possiede è specializzato in certi tipi di campi, che corrispondono alle varie posizioni ideologiche, storiche, metodologiche, semiologiche e così via. Questi archivi in un futuro dove saranno collocati? Questa è una domanda necrofila, forse, perché presuppone la perdita o la scomparsa del proprietario, cioè noi, ma è una realtà. Lavoriamo anche nel e per il futuro. Chi metterà le mani sull’archivio di Calvesi, Menna, Barilli, Bonito Oliva, di Celant, ecc.? Ognuno di noi rappresenta un materiale, questo tipo di materiale dove andrà?”
Prendendo spunto da questa riflessione, esperti, studiosi, curatori e artisti si confronteranno sull’eredità di Celant, non solo quella immateriale di idee e progetti ma anche e soprattutto quella “materiale” di opere e documenti, un patrimonio che porteremo “anche nel e per il futuro”.