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CNR. Quando in gondola si andava in battaglia

Nel XVI secolo l’esigenza di difendersi e mantenere il predominio sui territori dell’Italia del Nord,
spinse il Governo della Serenissima a trasformare l’imbarcazione in un mezzo di difesa agile,
munito di due rostri per affondare le navi nemiche. Sono poche le fonti documentarie che rivelano
questo processo di adattamento bellico, sottoposto per tutto il secolo ad un vero e proprio segreto
di stato. A rivelarlo è uno studio del Cnr-Isac pubblicato sulla rivista ‘Méditerranée – Journal of
Mediterranean geography’

La gondola non è sempre stata l’imbarcazione leggera e decorata, adatta alle passeggiate romantiche,
come quella che siamo abituati ad osservare nei canali veneziani. Nel XVI secolo da semplice mezzo
di trasporto fu adattata ad esigenze di difesa militare. A rivelarlo è uno studio di carattere storico a
cura di Dario Camuffo dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle
ricerche e pubblicato sulla rivista Méditerranée – Journal of Mediterranean geography.
“All’inizio era una semplice barchetta tipo canoa, la cymbula Romana, come mostrano i mosaici del
VI sec. custoditi nella chiesa di S. Apollinare Nuovo a Ravenna, nella Basilica di San Marco a
Venezia, (rappresentazione del trasporto delle reliquie del santo, XII sec.), nelle illustrazioni di alcuni
codici medievali. Probabilmente i contatti di Marco Polo con la Cina hanno favorito alcune
somiglianze con le barche da palude asiatiche, e le due più importanti sono l’adozione del fondo
piatto, adatto per le acque poco profonde, e la cabina parasole mobile in cannucciato”, spiega
Camuffo.
Fino a tutto il 1400 e i primi anni del 1500, la gondola era simmetrica, arcuata a mezzaluna, senza
ferri decorativi, come si osserva nei quadri di Carpaccio, Bellini, Mansueti o nella famosa carta di
Venezia a volo d’uccello di Jacopo de’ Barbari.
Poi, nel 1500, ha subito una profonda trasformazione. Le motivazioni e il momento esatto di tale
cambiamento sono stati per lungo tempo ignorati. Secondo lo studioso del Cnr la mancanza di fonti
a tale riguardo è ascrivibile al fatto che la gondola divenne un’imbarcazione ‘da assalto’, le cui
caratteristiche, per il Governo della Serenissima, dovevano essere coperte da segreto militare. Le
circostanze storiche si legano alla nascita della Lega di Cambrai, il 10 dicembre 1508, coalizione
delle maggiori potenze europee dell’epoca, (Sacro Romano Impero, Spagna e Francia) contro la
Serenissima per l’egemonia su diversi territori della penisola italiana.
“Rinforzata, simmetrica, molto simile ai vascelli pirata vichingo-normanni (come negli arazzi di
Bayeux), rialzata a entrambe le estremità, la gondola cinquecentesca era munita di robusti ferri
acuminati a rostro in basso e ascia in alto sia a prua che a poppa per andare contro le barche nemiche
e sfondarne il fasciame”, continua il ricercatore. “Venezia istituì una flotta fluviale destinata a piccole
e veloci incursioni, caratterizzata da barche manovrabili in spazi ristretti e in entrambe le direzioni
Ufficio stampa Cnr: Sandra Fiore, sandra.fiore@cnr.it; Responsabile: Emanuele Guerrini,
emanuele.guerrini@cnr.it, cell. 339.2108895; Segreteria: ufficiostampa@cnr.it, tel.
06.4993.3383 – P.le Aldo Moro 7, Roma
(avanti e indietro senza doversi girare), robuste e dotate di rostri per affondare le imbarcazioni
nemiche”.
A rafforzare la tesi del segreto militare è l’analisi delle rappresentazioni cinquecentesche della
gondola: queste, oltre ad essere scarse, sono molto stilizzate o piccole, tali da non far emergere le
nuove caratteristiche della barca. Il silenzio per quasi un secolo appare quindi giustificato da serie
ragioni di stato. Venezia alla fine del Cinquecento arrivò a possedere 10.000 gondole, contro le 400
di oggi.
“Martin Sanudo, cronista veneziano, nel suo Diario del 1509 testimonia che dopo la disfatta di
Agnadello, nell’ Arsenale di Venezia si stavano costruendo in gran segreto barche leggere per risalire
il Po e l’Adige e fare incursioni belliche con razzie nel Ferrarese. Pietro Bembo e Francesco
Guicciardini riferiscono che anche i cittadini veneziani erano invitati a partecipare con le loro barche
ed erano autorizzati a tenere quanto riuscivano a saccheggiare. In pratica, la gondola era ritenuta la
nuova arma segreta che avrebbe dovuto determinare il cambiamento delle sorti della guerra. La
rinnovata forma venne ben documentata solo quando tornò la pace, alla fine del XVI secolo, come
appare nei quadri di Andrea Vicentino, Leandro da Bassano, Girolamo Forabosco, Joseph Heinz il
Giovane e molti altri pittori. Questa forma rimase invariata dal 1509 alla seconda metà del XVII
secolo” aggiunge il ricercatore.
Alla fine XVII secolo, in tempi di pace, la gondola si è andata trasformando gradualmente per divenire
la romantica barca barocca che conosciamo oggi, testimoniata dai quadri, dal Canaletto in poi, con
un ferro decorativo e di bilanciamento davanti, un piccolo ricciolo a poppa e una cabina smontabile
per le intemperie o la privacy.
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