L’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr e il Dipartimento di fisica e geologia dell’Università degli studi di Perugia hanno realizzato una nuova carta litologica d’Italia, riclassificando i dati della Carta Geologica nazionale. La carta, pubblicata sulla rivista Earth System Science Data, potrà essere utile in molteplici applicazioni nel settore geologico
L’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr e il Dipartimento di fisica e geologia
dell’Università degli studi di Perugia hanno realizzato una nuova carta litologica d’Italia,
riclassificando i dati della Carta Geologica nazionale. La carta, pubblicata sulla rivista Earth
System Science Data, potrà essere utile in molteplici applicazioni nel settore geologico
Uno studio pubblicato sulla rivista Earth System Science Data da un team di ricercatori dell’Istituto
di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irpi) e del
Dipartimento di fisica e geologia dell’Università degli studi di Perugia (UniPg) mostra la
realizzazione di una nuova carta litologica d’Italia, partendo dai dati della Carta Geologica d’Italia.
La litologia studia la composizione e le proprietà fisiche delle rocce, aspetti che risultano essere di
fondamentale importanza nell’analisi della superficie terrestre e del sottosuolo, perché trovano
applicazione in molteplici ambiti, nelle ricerche che riguardano le dinamiche evolutive del paesaggio,
nell’analisi chimica delle acque superficiali e qualitativa di quelle sotterranee, nei fenomeni di
amplificazione sismica, passando per l’individuazione di giacimenti di combustibili fossili
potenzialmente sfruttabili.
“La sua realizzazione ha comportato una conoscenza dettagliata del territorio e una grande capacità
di gestione dei dati geo-spaziali di riferimento. Abbiamo ideato una procedura multiscala e
multilivello esperta, in grado di accorpare le oltre cinquemila voci che descrivono le diverse
formazioni geologiche – archiviate in una banca dati – in 19 unità litologiche differenziate in funzione
del comportamento geomeccanico atteso dei materiali. Il risultato è stato una carta in scala 1:100.000
che conserva il dettaglio dei dati di origine, e che fornisce nuove riclassificazioni utili allo studio di
particolari proprietà delle rocce affioranti” dichiara Michele Santangelo del Cnr-Irpi, autore
dell’articolo.
“Il primo foglio della carta geologica italiana è stato realizzato nel 1884, mentre l’ultimo a quasi cento
anni di distanza e in questo lasso di tempo l’avanzamento delle conoscenze, l’aggiornamento delle
nomenclature e le diverse tecniche di rilevamento hanno determinato inevitabili disomogeneità tra
questi fogli. L’obiettivo della nostra ricerca è stato quello di ridurre le differenze tra i fogli geologici
contigui, al fine di garantire un’uniformità nella rappresentazione di tutto il territorio italiano.
Crediamo che quanto ottenuto possa essere un elemento basilare per numerose applicazioni, anche
tramite l’integrazione con i dati presenti in altri database, garantendo così una continuità e omogeneità
spaziale e tematica che non ha precedenti” conclude Francesco Bucci, ricercatore del Cnr-Irpi e primo