Il Cnr-Ipsp di Bari ha organizzato oggi, a dieci anni dalla scoperta del batterio, un incontro con ricercatori, istituzioni e produttori, per illustrare il contributo dell’Ente nell’affrontare l’epidemia e rafforzare le interazioni tra mondo scientifico e operatori del settore
L’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Consiglio nazionale delle ricerche di Bari (Cnr-Ipsp) ha organizzato oggi, presso il Politecnico di Bari, l’incontro “Emergenza Xylella, la scienza al centro delle soluzioni”. L’evento, compreso nelle celebrazioni del Centenario del Cnr, ha illustrato il contributo dell’Ente nell’affrontare l’epidemia che ha colpito il settore olivicolo, in particolare in Puglia. Sono state inoltre illustrate le più recenti ricerche sul tema anche con l’intento di rafforzare le interazioni tra mondo scientifico e operatori del settore agricolo.
L’incontro è stato realizzato a dieci anni dalla scoperta del batterio Xylella fastidiosa negli ulivi del Salento. A introdurre i lavori il Rettore del
Politecnico di Bari Francesco Cupertino, il Direttore del Dipartimento del suolo, della pianta e degli alimenti dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” Maria De Angelis, la vicepresidente del Consiglio Scientifico del Cnr e ordinaria di Chimica dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” Luisa Torsi. È intervenuta in video collegamento anche la Presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza.
Presenti anche il Direttore del Cnr-Ipsp, Mauro Centritto e i ricercatori Donato Boscia e Maria Saponari, tra i principali esperti della patologia.
Tra i risultati più significativi è stata ricordata la prima identificazione di due varietà di olivo – Leccino ed FS-17 – con caratteri di resistenza, che ha consentito una prima deroga al divieto di impianto di specie suscettibili al batterio nelle aree pugliesi interessate dall’epidemia. Relativamente alla varietà FS-17, oggetto di un brevetto Cnr ormai prossimo alla scadenza, è stato illustrato il progetto finalizzato alla registrazione all’interno del Sistema nazionale di qualificazione volontaria, con l’obiettivo di accompagnare la libera moltiplicazione della varietà assicurando una “certificazione” di garanzia della sanità e della identità genetica.
L’incontro è proseguito con una tavola rotonda a cui hanno partecipato personalità istituzionali ed esperti del settore.