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Contratti pubblici: bandi, livello retributivo ‘adeguato e attuale’, tra i criteri ispirati a esigenze sociali

In commissione congiunta Affari istituzionali e Sviluppo economico e rurale, parere referente favorevole a maggioranza alla proposta di legge. Astensione di FdI e Lega. Bugetti: “Garantire un livello retributivo dei lavoratori dipendenti del soggetto aggiudicatario adeguato e attuale”

 Parere referente positivo a maggioranza alla proposta di legge in materia di linee guida per l’individuazione delle esigenze sociali nel Codice dei contratti pubblici. L’atto di iniziativa consiliare, prima firmataria Ilaria Bugetti (Pd), ha ricevuto il sì del Partito democratico e l’astensione di Fratelli d’Italia e Lega, questa mattina, in commissione congiunta Affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd) e Sviluppo economico e rurale, presieduta dalla stessa Bugetti.

Il codice dei contratti prevede che il principio di ‘economicità’ possa essere subordinato, nei limiti in cui è espressamente consentito dalle norme vigenti, ai criteri, previsti nel bando, ispirati a esigenze sociali, nonché alla tutela della salute, dell’ambiente, del patrimonio culturale e alla promozione dello sviluppo sostenibile, anche dal punto di vista energetico. Nel solco degli interventi riguardanti la qualità del lavoro e la valorizzazione della buona impresa negli appalti dei lavori, la Regione Toscana intende dare attuazione a questi criteri da prevedere nei bandi. Nel dettaglio, poi, la proposta di legge inserisce un articolo disponendo che le esigenze sociali che ispirano i criteri di aggiudicazione siano stabiliti attraverso linee guida approvate con deliberazione di Giunta. Inoltre, si prevede che la disciplina di tali esigenze risponda anche alla necessità di garantire un livello retributivo dei lavoratori dipendenti del soggetto aggiudicatario adeguato ed attuale”. L’ambito di applicazione della norma riguarda la Regione, gli enti e le agenzie istituiti con legge regionale, nonché gli enti parco regionali, le aziende Usl, quelle ospedaliere universitarie, Estar e le aziende pubbliche per i servizi alla persona.

“Sulla parte della possibile incostituzionalità – ha precisato Bugetti – il tema è legato al fatto che la Corte non si è ancora espressa su questo tema”. “In materia di contratti per appalti pubblici – aggiunge – è importante non andare al massimo ribasso ma tener conto dei valori sociali propri delle imprese che partecipano; questo a tutela dei cittadini ma anche delle imprese e delle istituzioni”.

“Condividendo il primo comma dell’articolo 6 bis per il bisogno dell’individuazione delle linee guida per gli interessi sociali già previsti nel codice degli appalti -è intervenuta  Elena Meini (Lega) –  non capisco la motivazione del perché andare a specificare il livello retributivo dei lavoratori dipendenti, premettendo che è già normato e tutelato dai contratti, la perplessità è che si entri in una materia di competenza esclusiva dello Stato” e che “qui si rischi che la proposta di legge venga impugnata”.

“Bisogna metterlo perché attiene ai criteri sociali, a cui è legato anche il salario minimo – risponde Bugetti – e da questo non si può prescindere quando ci si avvicina ai criteri per un appalto pubblico, è la spinta più forte che può essere messa sotto i riflettori di chi deve legiferare”.

Anche per la consigliera regionale Irene Galletti (M5S) l’intento della legge nella sua ratio è condivisibile perché “l’interesse pubblico della tutela del lavoratore deve prevalere”. “Raccolgo – aggiunge – l’idea della presidente dello stimolo di porre una maggiore attenzione sull’argomento” ma “si rischia che in caso di impugnazione si torni indietro” e “venga invalidato un lavoro assolutamente meritorio negli intenti”.  Condivisione del principio che anima questa legge anche da Francesco Torselli (FdI) ma riguardo alla “necessità di garantire un livello retributivo adeguato ed attuale – afferma – ‘adeguato ed attuale’ sono parametri difficilmente trasformabili in qualcosa che porti ad una valutazione effettiva, il rischio è che si vada ad introdurre in uno schema di una gara di appalto una componente di valutazione soggettiva”. Riguardo all’equo compenso e alla giusta retribuzione del lavoro il consigliere ricorda che sono elementi fondanti della nostra Costituzione e perciò “devono essere regole e non motivi di scelta”. “Questa proposta – ha detto Massimiliano Pescini (Pd) – prova a regolare al meglio le questioni che riguardano il mondo del lavoro” e “mette a sistema una serie di accordi che tra le amministrazioni comunali e le organizzazioni sindacali o datoriali sono stati firmati negli anni e anche ci sono stati esempi di investimenti che hanno avuto protocolli di intesa tra amministrazioni, ditte appaltatrice e committente per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro e un’adeguata retribuzione e di attenzione alla pratica del subappalto”.  Marco Niccolai (Pd) è intervenuto sulla questione dell’applicazione dei “contratti pirata”, “un problema serio nel mondo del lavoro”. “Penso che una valutazione da parte nostra sia necessaria – aggiunge – in attesa di una legge sulla rappresentanza a livello nazionale”.

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