Chiusi in casa, insieme, con partner per niente accomodanti o, peggio, capaci di riversare sull’altro, quasi sempre altra, frustrazione e rabbia. L’emergenza nell’emergenza, quella legata alla violenza domestica sulle donne, è una realtà. Le segnalazioni sono in crescita e la Regione Toscana corre ai ripari. A dispozione delle persone che non possono sentirsi sicure in casa loro, ci saranno le soluzioni abitative previste, in questa situazione d’emergenza sanitaria, dall’ordinanza numero 15 del presidente della Regione, Enrico Rossi.
Lo conferma la respnsabile del Codice Rosa regionale, Vittoria Doretti. «Come Rete Codice Rosa, prevedendo le possibili difficoltà che l’attuale situazione avrebbe comportato e per ampliare la risposta a esigenze abitative e di supporto in emergenza, abbiamo previsto di inserire anche i Codici Rosa, e in particolare le donne vittime di violenza, tra coloro che potranno usufruire degli alloggi previsti dall’ordinanza 15, secondo le modalità in corso di definizione a cura di un gruppo di lavoro dedicato», dice la responsabile.
Il Codice Rosa è il servizio presente in tutti i pronto soccorso della Toscana dedicato alle persone (nella stragrande maggioranza donne) vittime di violenza, continua a funzionare a pieno ritmo anche in tempi di Coronavirus.
La Rete regionale di Codice Rosa è attiva e opera in pieno regime attuando, alla luce delle nuove esigenze legate al Covid-19, ogni possibile accorgimento per continuare a garantire le adeguate misure di tutela, sicurezza e privacy in ogni singolo caso di accesso in pronto soccorso di donne vittime di violenza. E ora, anziché nelle Case rifugio, le donne potranno essere ospitate negli alberghi che la Regione mette a disposizione sia per il personale sanitario che per i pazienti Covid-19 che devono stare in isolamento.
«Consapevole di questo e del grande e impegnativo lavoro che ciò comporta – dice l’assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi – rivolgo un ulteriore ringraziamento agli operatori e alle operatrici dei pronto soccorso, della Rete Regionale Codice Rosa e dei Centri antiviolenza. Le donne che arrivano al pronto soccorso entrano nel circuito del Codice Rosa ospedaliero e vengono quindi sottoposte a tampone. Se però è necessario un isolamento, le donne non possono essere ospitate nelle Case rifugio, insieme alle altre. Per questo mettiamo a disposizione la rete di alberghi e residence già individuati, per ospitare sia medici e infermieri, che i pazienti Covid-19».
«Le nostre procedure, coerentemente con quanto disposto dalle linee guida nazionali – chiarisce Vittoria Doretti, responsabile della Rete regionale Codice Rosa, sono state aggiornate a dicembre e sollecitano una relazione stretta tra le reti aziendali di Codice Rosa e quelle territoriali dei CAV, i Centri Antiviolenza. Nelle singole aziende, sulla base di questo, vengono attuati accorgimenti in linea con procedure inerenti l’emergenza Covid-19».