Passato un mese dalla temuta apertura integrale del 18 maggio, ed è ora possibile commentare i dati a disposizione, cercando di collocare la circolazione del virus in Toscana all’interno del quadro nazionale. Lo premette l’Agenzia regionale di sanità, nell’illustrare la situazione e come si è evoluta.
A oggi sono 10.205 le persone che si sono ammalate in Toscana di Covid-19, ma l’85% è ormai guarito, il 10,7% deceduto. Sono così rimaste 423 le persone attualmente seguite dal servizio sanitario, di cui 30 ricoverati, 12 di questi in terapia intensiva. La Toscana si conferma al 10° posto in Italia come numerosità di casi, con circa 274 casi per 100.000 abitanti (media italiana circa 395 x100.000, dato di ieri).
Il numero dei contagi è il primo dato realmente confortante: dal 18 maggio, sono state 8 in media le nuove diagnosi giornaliere in Toscana, poco più di 5 in media negli ultimi 15 giorni. Il numero così limitato di nuove diagnosi permette ai servizi territoriali di intervenire prontamente per il trattamento del nuovo caso e per la tracciatura e la diagnosi dei contatti.
La situazione positiva della Toscana è comune a molte regioni, eccetto tre regioni del Nord Ovest dove permangono alcune criticità: oltre al Piemonte e alla Liguria è ancora la Lombardia, dove la percentuale di nuovi casi sui tamponi effettuati arriva al 4% in quest’ultima settimana (la Toscana è allo 0,33%), a sostenere in media il 70% delle nuove diagnosi giornaliere.
In Toscana la provenienza delle nuove infezioni è caratterizzata da un’emersione sporadica di nuove diagnosi dal territorio, spesso legata a contesti familiari (il 70% delle diagnosi delle ultime due settimane), o attraverso tamponi eseguiti su persone che si erano rivolte alle cure del pronto soccorso per un evento acuto od in fase di pre-ospedalizzazione per un intervento programmato.
La gravità clinica dei casi è nettamente in diminuzione: lo stato clinico al momento dell’effettuazione del tampone continua a vedere la stragrande maggioranza di stati clinici asintomatici e pauci sintomatici, più dell’80% di tutte le nuove diagnosi dell’ultimo mese in Toscana. La minor gravità delle diagnosi si riflette sul dato dei soggetti ricoverati.
Come possiamo vedere dalla figura qui sotto, il numero dei ricoverati è crollato negli ultimi due mesi: erano 233 i nuovi soggetti ricoverati nel periodo dal 20 aprile al 3 maggio, mentre sono stati solo 31 quelli degli ultimi 15 giorni.
Cambia progressivamente la composizione di genere: sono le donne oramai quelle che si ricoverano di più (circa il 60%), con un’età media che continua ad essere intorno ai 70 anni. Rispetto alla gravità, progressivamente il miglioramento delle cure ha portato ad avere una percentuale più alta di guarigione, le cure allungano anche i tempi di degenza, mentre si riduce la percentuale di persone che vanno incontro al decesso. Infine, una piccola analisi dei deceduti a causa dell’infezione: sono 1.093 le persone in Toscana che sono purtroppo decedute dall’inizio dell’epidemia. Nelle ultime settimane il numero di decessi giornaliero è stato particolarmente contenuto e negli ultimi 15 gg non ha mai superato i 5 decessi giornalieri.
Il tasso grezzo di mortalità toscano (numero di deceduti/popolazione residente) per Covid-19 è di 29,4 x100.000 residenti contro il 57,2 x100.000 della media italiana (11° regione). La mappa dei deceduti mostra come la diffusione del territorio sia sovrapponibile a quella della diffusione geografica dei casi, con una maggiore concentrazione laddove la percentuale della popolazione è più anziana e\o dove è maggiore la presenza di Residenze sanitarie assistite.
La letalità per Covid-19 in Toscana, che come anticipato è del 10,7%, risulta inferiore al valore medio nazionale del 14,5%. La discrepanza con il dato nazionale potrebbe dipendere dal fatto che in Toscana è stato rintracciato un numero relativamente più elevato di soggetti asintomatici o paucisintomatici, come diretta conseguenza della efficienza del nostro sistema in termini di tempestività e qualità di cure.
Dalla piattaforma dell’Istituto superiore di sanità si nota che l’incremento dei decessi aumenta nettamente dopo i 70 anni: l’87,4% dei decessi ha infatti riguardato la popolazione sopra quella classe d’età. La letalità, espressa come numero dei decessi sul totale dei casi positivi, è del 35,9% dopo i 90 anni, del 33,0% tra gli 80 e gli 89 anni, e del 17,6% tra i 70 e i 79 anni, mentre è del 6,0% nella fascia 60-69 anni e del 2,1% nella fascia 50-59 anni. Sono fortunatamente solo nove le persone decedute con età <50 anni, ma nessuno sotto i 20 anni. E’ confermata la maggiore letalità per il genere maschile: la letalità nei maschi è del 13,7% mentre nelle femmine è dell’8,6%. Inoltre, le donne decedute per Covid-19 hanno un’età al decesso più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 87 – uomini 81). Infine, risultano sei operatori sanitari deceduti per Covid-19 tra i 1.641 contagiati.
Il tempo mediano tra la data della comparsa dei sintomi e la data del decesso è di 14 giorni. Per i pazienti deceduti che sono stati ospedalizzati il tempo mediano tra la data di insorgenza dei sintomi e la data del ricovero è di 3 giorni, mentre quello tra la data del ricovero e la data del decesso è di 11 giorni. Tra i soggetti deceduti per Covid-19, tre su quattro erano affetti da almeno una patologia cronica: la metà aveva tre o più malattie croniche concomitanti, mentre uno su quattro ne aveva due.
Anche nel caso dei pazienti deceduti, le patologie prevalenti sono il diabete mellito, le malattie cardiovascolari e quelle respiratorie croniche.
«A questo punto diventa fondamentale non disperdere i buoni successi, che abbiamo avuto nella nostra regione nel combattere il virus – afferma Fabio Voller, coordinatore dell’Osservatorio di epidemiologia Ars Toscana – i nostri servizi intervengono velocemente nell’individuare e trattare i casi e nel tracciare immediatamente i contatti. Dall’altra parte la popolazione sembra ancora riuscire a seguire le regole che abbiamo imparato in questi mesi: distanziamento, mascherina nei luoghi chiusi o assembrati e lavaggio di mani. A questo punto è molto importante continuare a mantenere alta l’attenzione contro possibili focolai e a prendersi cura di tutti i toscani che hanno anche un altro problema di salute, come attualmente il SSR sta riuscendo a fare».