Il numero medio di patologie osservate tra i pazienti deceduti positivi a Covid-19 è di 2.7. Complessivamente, 6 pazienti (1.2% del campione) non presentavano nessuna patologia pregressa, 113 (23.5%) presentavano una patologia, 128 presentavano 2 patologie (26.6%) e 234 (48.6%) presentavano 3 o più patologie.
È quanto emerge dal Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità che analizza i dati sui deceduti, pubblicato oggi e relativo a 3200 pazienti.
Un Report che sottolinea, ancora una volta, come «resta alto il numero di deceduti positivi per Covid-19 che hanno una o più malattie preesistenti».
Inoltre, «dall’analisi delle cartelle cliniche dei primi 355 deceduti per Covid-19 emergono dei fattori che hanno un significato precisissimo: tranne tre (lo 0,8%) che non avevano patologie concomitanti, tutti gli altri pazienti deceduti avevano una patologia (25%), due (25%) o tre malattie concomitanti (48%). Questi dati fotografano bene la realtà: ovvero che il fattore di rischio vero è avere, non solo un’età geriatrica, ma anche delle patologie concomitanti, quali ipertensione, cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, diabete». Lo ha detto Roberto Bernabei, ordinario di Geriatria alla Cattolica di Roma, nella conferenza stampa dalla Protezione Civile di Roma.
Fattore età e patologie concomitanti – ha spiegato ancora il geriatra – «portano ad una maggiore aggressività del virus, che trova in questo caso un terreno fertile e più fragile dove riesce a lavorare di più. Questo fatto fondamentale spiega anche l’eccesso di mortalità nel nostro Paese che, ricordiamolo, è il più vecchio al mondo insieme al Giappone».
A tal proposito Bernabei ha ricordato che in Italia «l’età media degli infettati è di 63 anni contro i 46 dei cinesi. Capite bene – ha osservato – che a 46 anni si reagisce molto meglio rispetto a 63. Quindi il dato generale è che abbiamo meno del 10% di mortalità sotto i 60 anni, tutto il resto riguarda la fascia di età dai 60 in su». (AdnKronos)