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Corpi minori: Jonathan Bazzi in dialogo con Vera Gheno

Dopo il successo del suo esordio Febbre, finalista al Premio Strega 2020, l’autore rivelazione di questi anni torna con un romanzo che racconta la formazione ultra-contemporanea di un ventenne che lascia la periferia deciso a non essere mai più marginale.

I corpi minori sono corpi celesti di dimensioni ridotte: asteroidi, meteore, comete, ma in questo romanzo “minori” sono tutti i corpi osservati sotto la lente del desiderio. Desiderio che fa gravitare i personaggi attorno ai sogni e alle ambizioni di una vita, o solo di una stagione. Come accade al protagonista, che all’inizio della storia ha vent’anni, più di un talento ma poca perseveranza. Di una cosa però è sicuro, vuole andarsene da Rozzano, percorrere in senso inverso i tre chilometri e mezzo di via dei Missaglia, lasciarsi alle spalle l’insignificanza e la marginalità e appartenere per sempre alla città, dove spera di trovare anche l’amore, che sin dall’adolescenza insegue senza fortuna, invaghendosi di ragazzi tanto belli quanto sfuggenti. In una Milano ibrida e violenta, grottesca e straripante – che sembra tradire le promesse di quiete e liberazione immaginate da lontano – il protagonista dovrà fare i conti con le derive del desiderio, provando a capire quale sia il suo posto nell’ordine geografico ed emotivo di questi anni irradiati di cortocircuiti tra reale e virtuale, tra immagine ed esperienza incarnata. Quando inizia una relazione con un ragazzo più giovane di lui e bellissimo, si sente finalmente dentro il cono di luce dorata della felicità: ama, ed è corrisposto. Eppure non basta trovarsi nel luogo che si è sempre sognato, non basta l’amore. Si è inchiodati a se stessi, in carne e ossessioni: per riuscire a occupare il proprio posto nel mondo non si può ignorarlo.

Partendo da una attitudine rigorosa, analitica, fenomenologica nei confronti del reale, Jonathan Bazzi trova sintesi espressive illuminanti e restituisce tutta la potenzialità estetica latente in ogni nostro gesto e manifestazione, disegnando un percorso di formazione ricchissimo e, appunto, ultra-contemporaneo.  Febbre, folgorante esordio di Jonathan Bazzi, è ormai un romanzo di culto. Uscito con Fandango nel 2019, è stato finalista al Premio Strega 2020 e ha ricevuto numerosi riconoscimenti: è stato Libro dell’Anno di Fahrenheit-RaiRadio3, ha vinto il Bagutta Opera Prima, il Premio Sila, il Premio Kihlgren e il Premio POPJonathan Bazzi, nato a Milano nel 1985, dopo gli studi in Filosofia ha scritto diversi racconti inclusi in antologie e riviste, tra cui Decameron (Harper-Collins), Manifesto (Fandango Libri) e “Nuovi Argomenti”. Collabora con quotidiani e settimanali, tra cui “Domani” e “Sette” del “Corriere della Sera”.

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