Dal 1 gennaio al 30 settembre 2018 sono risultati aperti 74 tavoli, per altrettante vertenze aziendali, dall’Unità di Crisi Lavoro della Regione, per un totale di 10.621 lavoratori coinvolti e 6.316 posti di lavoro a rischio, che si riferiscono, cioè, ad aziende in cui vi siano esuberi dichiarati o si faccia ricorso ad ammortizzatori sociali. I dati si riferiscono ai dipendenti diretti, indotto escluso. Le vertenze che, al 30 settembre, risultavano ancora aperte erano 45, per un totale di oltre 7 mila lavoratori coinvolti (7.381) e 5.582 posti di lavoro a rischio.
Il grosso delle vertenze si riferisce, come già nel passato trimestre, all’industria (83%), mentre riguarda commercio, trasporto e magazzinaggio il 7% delle crisi affrontate. L’edilizia incide per un 5%, l’informazione/comunicazione per un 3%, le altre attività dei servizi il 2%. Nel 18% dei casi si tratta di aziende oltre i 250 addetti diretti presenti nelle unità produttive toscane, nel 27% fra i 51 e i 250 addetti, nel 43% fra 16 e 50 e nel 12% dei casi sotto i 15.
Nel 57% dei casi le aziende coinvolte sono gruppi o aziende con stabilimenti anche fuori regione, mentre il 43% dei tavoli riguarda aziende con stabilimenti solo in Toscana, non appartenenti a gruppi nazionali o internazionali.
In 14 casi, al tavolo regionale è stato necessario affiancare un tavolo nazionale, aperto presso il ministero dello Sviluppo Economico, che la Regione ha seguito, nei momenti più caldi delle crisi, con lo stesso presidente Rossi e sempre e comunque con l’Unità di crisi guidata dal consigliere per il lavoro Gianfranco Simoncini. E’ il caso dei tavoli per Cantarelli, Bekaert, Nodavia/Condotte (Cantieri Alta velocità), Aferpi/Jindal, Magona, Richard Ginori, Unicoop Tirreno, Kme, Mercatone Uno, Panitaly, Intecs, Mondomarine (ex Cantieri Navali di Pisa), Tmm, Bassilichi/Nexi, Whirlpool, Floramiata.
Ecco, provincia per provincia, le aziende coinvolte.
Arezzo
Cantarelli, Coop Agorà, Industria Vetraria Valdarnese.
Firenze
Albor, Antella5, Aton Luce, Bekaert, Bertolotti, Commprove Technologies, Coop L’Avvenire 1921, Coop Edili Appennino (Cea), Decoart, Donatello Costruzioni Generali, Effeti Industrie, GBG, Istituto de Angeli, Italia 7, La Falegnami, Malo, Multiservice, Nodavia, Register.it, Richard Ginori, Roberto Cavalli, Sannini in liquidazione, Pietro Signorini e Figli, Sims, TBS.it, Ulivelli.
Grosseto
Mediaworld, Porto Scarlino, Scarlino Energia.
Livorno
Aferpi/Jindal, Bertocci Montaggi, Camst IGD, Clc, Cooplat Piombino, Elettra, Elia, Eurit, Coop La Serenissima, Lonzi Metalli/Rari, Magona, Rimateria, Seca, Unicoop Tirreno.
Pistoia
Defi-Pratesi-Casatex.
Lucca
Azimut Benetti, Caplac, Ercos Ponsi, Kme, Mercatone Uno, Panitaly, Papergroup.
Pisa
Appalti pulizie Trenitalia, Area servizi Autogril Fi Pi Li, Cuoiodepur, Intecs, Italiaonline, Locatelli Saline Volterra/Atisale, Molino Rossi, Mondomarine (ex Cantieri Navali di Pisa), TMM.
Massa Carrara
Costa Mauro, FC Imballaggi, Porto Carrara, Ulivieri ricambi, Vivaldi&Cardino.
Prato
En Eco Group, Varvarito Lavori.
Siena
Bassilichi/Nexi, Enoteca italiana, Floramiata, Whirlpool.
Le altre crisi aziendali complessivamente seguite dall’unità di crisi della Regione dal 1 giugno 2015, ovvero dall’avvio della legislatura, sono state in tutto 64, che vanno ad aggiungersi a quelle ancora aperte o gestite nel corso del 2018.