Dal 30 ottobre per
40 giorni è online il progetto di crowdfunding che la Fondazione
Museo del Tessuto lancia per supportare il complesso restauro degli
straordinari costumi della prima assoluta della Turandot di Puccini
al Teatro alla Scala di Milano, appartenuti alla celebre soprano
pratese Iva Pacetti ed entrati recentemente nel patrimonio del
Museo dopo decenni di oblio.
Data l’importanza delle opere e del ritrovamento, il progetto di
restauro – il cui costo complessivo ammonta a oltre 35.000 Euro –
riceverà, nel 2019, il contributo della Regione Toscana per 15.000
Euro, ma per il suo completamento il Museo ha il bisogno del supporto
di cittadini, imprese, enti e associazioni della città, e anche
degli appassionati di costume, musica, opera lirica e moda sia in
tutto il mondo.
“Il Costume Ritrovato” – questo il nome della raccolta
fondi reperibile sul portale Eppela all’indirizzo
www.eppela.com/ilcostumeritrovato – avrà la durata di 40 giorni e mira a
raccogliere 12.000 Euro. Come ogni progetto di crowdfunding,
prevede per i sostenitori una serie di ricompense che spaziano
dai biglietti per il museo e le mostre del Museo del Tessuto e del
Puccini Museum di Lucca, ai cataloghi, dai foulard alle sciarpe a
tiratura limitata, dagli inviti per inaugurazioni e aperitivi
esclusivi alla possibilità – per aziende, enti e associazioni – di
utilizzare la sala eventi del Museo.
“Entrando a far parte del patrimonio del Museo, i costumi della
prima assoluta della Turandot sono diventati patrimonio di tutti.
Aderendo a questa raccolta fondi, ciascuno può dare il suo
contributo, piccolo o grande, trasformando il delicato percorso di
recupero di questi straordinari abiti in un progetto collettivo che
punta a riportare alla luce un prezioso pezzo di storia del costume e
della lirica italiana” – dichiara il Presidente della Fondazione
Francesco Nicola Marini.
“La recente scoperta del Museo del Tessuto arricchisce il patrimonio
culturale della città con opere importanti, che gettano nuova luce
sulla carriera della grande soprano pratese Iva Pacetti. La nostra
comunità ha dato prova di grande sensibilità verso i progetti di
crowdfunding e sono pertanto fiducioso che i pratesi contribuiranno
generosamente al restauro di questi magnifici costumi,
riportandoli al loro originario splendore” – dichiara Simone
Mangani, Assessore alla Cultura del Comune di Prato.
L’evento del 11
novembre
All’incredibile
ritrovamento, al progetto di restauro ed alle vicende ancora irrisolte
su cui il Museo sta tuttora indagando – come ad esempio quella
relativa alla messa in scena dell’opera nella quale la soprano Iva
Pacetti possa aver indossato i sontuosi costumi – sarà dedicata
la serata-evento dell’11 novembre alle ore 21.00 presso
il Museo.
Oltre a presentare il progetto ai cittadini, durante la serata
verranno mostrati in anteprima assoluta i costumi prima del
restauro, e raccontate le vicende del ritrovamento. L’iniziativa
prevede anche un contributo della Fondazione Puccini di Lucca
su Puccini e la Turandot, una serie di intermezzi di musica e
canto curati dall’Associazione Perché Verdi Viva dedicati
al vasto repertorio di Iva Pacetti e l’intervento dell’Associazione
Ex Allievi dell’Istituto Buzzi che dall’inizio ha abbracciato e
supportato questo ambizioso progetto.
La storia dei costumi di
Turandot
Era il 25 aprile del
1926 quando al Teatro alla Scala di Milano andava in scena per
la prima volta l’ultimo capolavoro incompiuto del grande compositore
toscano Giacomo Puccini: Turandot. I costumi per la
prima rappresentazione scena della Turandot furono realizzati dal
celebre costumista del Teatro alla Scala, Luigi Sapelli, in arte
Caramba. Caramba trasformò il sogno del Maestro Puccini in
realtà e realizzò degli abiti ricchi e sontuosi fortemente
ispirati dai colori e dalle suggestioni di un lontano oriente.
Nel corso del tempo, dei costumi di Turandot si perse ogni
traccia. Fino a
quando, inaspettatamente, al Museo del Tessuto è stato proposto il
contenuto di un vecchio baule appartenuto alla soprano pratese Iva
Pacetti. Al suo interno, vi erano parrucche, gioielli e abiti di scena, tra cui proprio
i due costumi della prima rappresentazione scenica della Turandot,
realizzati da Caramba, ormai ritenuti perduti per sempre.
Lo stato di conservazione degli abiti ritrovati è pessimo. Il
tempo, i materiali fragili, l’utilizzo frequente da parte delle
attrici nel corso delle stagioni teatrali e la conservazione non
adeguata hanno danneggiato gravemente questi preziosi reperti.
Entrambi i costumi necessitano di importanti interventi di
restauro per essere restituiti al pubblico con il loro fascino
originario. In particolare, il progetto lanciato sulla rete andrà a
supportare il restauro del secondo abito, che richiede mesi di lavoro
di personale altamente specializzato. Infatti, l’abito – realizzato in
tessuto operato e interamente broccato con filato metallico dorato –
presenta numerosi fori e lacerazioni, macchie e aloni di sporco e il
filato dorato metallico è scucito in più punti.
Crowdfunding per l’abito di scena ritrovato. Fu indossato alla prima della Turandot
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