L’assessore Bezzini: “Stiamo lavorando sulla qualità dell’assistenza e sulla programmazione dei posti letto”. La consigliera Tozzi: “Serve un testo unico regionale”
“Dal 2017 – ha spiegato Bezzini – si sta lavorando innanzi tutto sulla qualità dell’assistenza delle cure, investendo in particolare sulla descrizione delle reti cliniche e sulla programmazione di posti letto per raggiungere lo standard programmato. Si sta lavorando anche sul potenziamento delle cure domiciliari attraverso un forte coordinamento delle associazioni di settore, da parte delle unità funzionali. Dal 2020 sono state convenzionate con le aziende Usl diciotto organizzazioni del volontariato per il potenziamento, il coordinamento e l’efficientamento dell’erogazione di cure a domicilio. L’inserimento dei loro dati non è completo per il 2021 e 2022, e la descrizione dei dati di attività è una condizione imprescindibile per ottenere la convenzione. Si calcola che almeno 2mila pazienti che necessitano di cure palliative siano seguiti da queste organizzazioni”.
“Sul capitolo della formazione di medici e pediatri – ha aggiunto Bezzini – sono state rilasciate 46 certificazioni regionali di riconoscimento dell’esperienza e della formazione pregressa in cure palliative a medici operanti nelle strutture sanitarie regionali, ma sprovvisti di specializzazione equipollente alla disciplina delle cure palliative. Sono stati finanziati 6 corsi di aggiornamento in tutte e tre le università toscane e due master di secondo livello in cure palliative pediatriche”.
Gli interventi di potenziamento della rete riguardano “la garanzia della presenza di medici palliativisti, o certificati tali, in tutte le unità funzionali, la programmazione di corsi di formazione, il potenziamento dell’assistenza di primo livello al domicilio, fruendo dell’infermieristica di comunità o di unità mobili, il potenziamento delle cure palliative di base e specialistiche al ‘domicilio’ che sono le RSA, il potenziamento delle cure a domicilio, il monitoraggio dell’attuazione delle delibere per incrementare i posti letto e un’adeguata descrizione dell’assistenza svolta”.
“Confesso – ha spiegato nella replica Elisa Tozzi – che nell’elencazione dei riferimenti nel burocratese miravo ad avere una risposta su una questione che gli specialisti sentono particolarmente urgente: cioè una maggiore omogeneità sui metodi e gli strumenti per arrivare a un testo unico regionale di riferimento”. “Ci sembra – ha concluso – che ad oggi gli interventi non tengano conto di questa esigenza di armonizzazione ed omogeneità. Non sono soddisfatta dalla risposta che abbiamo avuto”.