Il cyberbullismo c’è e trova altri terreni da sondare. Da Facebook ad Instagram, il cyberbullismo si sposta ma non riduce la sua pericolosità. Un ragazzo su tre (31%) ha dichiarato di essere stato un cyberbullo, per esempio diffondendo video imbarazzanti dei compagni. In crescita le fake news: l’83% dei ragazzi non verifica la veridicità di ciò che legge su internet e si affida solo alle sue capacità personali o all’istinto per distinguere le informazioni vere dalle false. Oltre il 60% dei ragazzi navigano quando sono da soli anche perdendo la cognizione del tempo. La totalità dei ragazzi usano lo smartphone per controllare e aggiornare il loro profilo social e 1 minore su 2 invia foto e video personali. Nel 2018, sono ben 389 i casi trattati da Polizia Postale che vedono vittima un minorenne, 18 i casi con vittime di età inferiore a 9 anni.
Su questi dati e su molto altro, si dicuterà domani nella tappa fiorentina del Centro mobile di sostegno e supporto contro il cyberbullismo del Moige, il Movimento italiano genitori.
Appuntamento alle 10 all’Istituto alberghiero Buontalenti di Firenze, dove gli esperti del Moige incontreranno i ragazzi, i docenti e i genitori.
La tappa di Firenze rientra nel tour nazionale della campagna Giovani ambasciatori contro il cyberbullismo per un web sicuro in giro per l’Italia, promossa dal Moige, dai ministeri di istruzione e lavoro, Anci, Polizia di Stato.
Tra gli strumenti operativi, oltre al centro mobile e al personale esperto di supporto, la rete di oltre 1500 Giovani Ambasciatori, un numero verde e un sms dedicato.
Attraverso la metodologia del peer to peer, con attività educational interattive, materiali didattici e open day sarà promossa una maggiore consapevolezza delle problematiche legate all’utilizzo improprio del web, con particolare riferimento al fenomeno delle fake news.
Il progetto, giunto alla sua terza edizione, quest’anno punta a coinvolgere oltre 25.000 ragazzi, circa 80.000 tra genitori e docenti e a formare ulteriori 500 Giovani Ambasciatori contro il cyberbullismo in 100 scuole secondarie di secondo grado.
La campagna attraverserà l’Italia da Agrigento a Trieste coinvolgendo, tra le altre, le città di Aprilia, Arezzo, Ascoli Piceno, Bergamo, Brindisi, Caivano, Campobasso, Caserta, Castelfranco Veneto, Catania, Cosenza, Este, Firenze, Gallarate, Gangi, Garda, Guspini, Imperia, Livorno, Milano, Napoli, Nicolosi, Nuoro, Pachino, Pagani, Piacenza, Pistoia, Prato, Reggio Calabria, Riolo Terme, Roccella Ionica, Roma, Ruvo Di Puglia, Seregno, Sora, Taranto, Termoli, Urbino, Varese, Vicenza, Viterbo, Voghera.
I dati dell’indagine sul cyberbullismo e sull’utilizzo dei social, coordinata dal professor Tonino Cantelmi dell’Università europea di Roma, ha un campione di ricerca costituito da ben 2.778 ragazzi dagli 8 ai 18 anni.
È una generazione super tecnologica e iperconnessa: l’81% afferma che tutti i dispositivi presenti a casa sono connessi ad internet.
L’intero totale del campione controlla i propri profili online, il 55% li aggiorna più e più volte nel corso della giornata per non tralasciare nessun dettaglio di ciò che accade.
I ragazzi sono connessi su più social contemporaneamente, fino ad arrivare anche a 5, i più utilizzati sono: Instagram 77,4%, Youtube 62,3%, Snapchat 35,7% e in netto declino rispetto agli anni precedenti Facebook 33,9%.
In merito all’utilizzo degli smartphone, circa il 21% del campione abitualmente gira video e li diffonde tramite i social.
Il 31% del campione ha dichiarato di essere stato un “cyberbullo”, facendo girare video imbarazzanti per prendere in giro i compagni e 1 su 2 condivide immagini personali. Un dato allarmante soprattutto se pensiamo al fenomeno del sexsting.
Preoccupanti i dati sulle fake news: ben 8 ragazzi su 10, cioè l’83% del campione, non verifica la veridicità dei contenuti che legge online e il 47% ritiene poco corrette e attendibili le informazione su Internet.
Non si procede, dunque, ad un controllo più approfondito delle notizie nonostante ci sia il sospetto di trovarsi di fronte alla possibilità di essere mal informati.
8 ragazzi su 10 si fidano solo delle loro capacità personali e dell’istinto per distinguere le informazioni vere da quelle false, con un’alta esposizione al rischio di validare notizie false.
Inoltre, più della metà del campione (circa il 55%) ha dichiarato di aver creduto ad una fake news.
Emerge, infine, un basso controllo sulla vita online dei ragazzi: il 63% del campione esplora il web in solitudine, nella propria stanzetta o in giro per casa con un pc portatile.