Mercoledì 25 gennaio ore 21.00 al Teatro Verdi di Firenze Sado presenta due capisaldi del repertorio viennese: la celebre e drammatica “Sinfonia K.550” di Mozart e la “Sinfonia n.1” di Mahler nell’arrangiamento di Klaus Simon. Replica a Livorno martedì 24 gennaio.
Yutaka Sado è una delle maggiori bacchette giapponesi, acclamato dalla critica come direttore tra i più affascinanti e carismatici della sua generazione. Non a caso, da loro assistente, è divenuto erede di direttori della caratura di Seiji Ozawa, di cui ha raccolto il testimone in patria, e di Leonard Bernstein.
Sado è un “giramondo musicale”, un cosmopolita che si sente a casa in tante parti del mondo e in alcune è considerato una star. Firma autografi ai turisti che gli si affollano davanti al Musikverein di Vienna; il suo grado di popolarità in Giappone è eccezionale, soprattutto per la sua apparizione come conduttore nella rubrica settimanale Concerto senza titolo, premiata dal Guinness World Records come “il programma televisivo più longevo di musica classica”.
Nato a Kyoto nel 1961, ha iniziato la sua formazione professionale come direttore negli Stati Uniti, assistente di Leonard Bernstein. Ha vissuto e lavorato a Vienna e dopo la vittoria del “Grand Prix” al 39° Concorso di Besançon, si è trasferito in Francia, sua casa per ben 17 anni, dove è stato direttore principale dell’Orchestre Lamoureux di Parigi. Non manca all’appello nemmeno l’Italia, come direttore ospite principale della Filarmonica del Regio di Torino. È stato da poco nominato direttore musicale della New Japan Philharmonic Orchestra. Come direttore artistico dell’Hyogo Performing Arts Center (HPAC) e dell’orchestra residente dell’HPAC, ha reso la sala concerti una delle più importanti del Giappone con circa 70.000 spettatori.
Per il suo debutto con l’ORT, Sado presenta due capisaldi del repertorio viennese: la Sinfonia K.550 di Wolfgang Amadeus Mozart e la Sinfonia n.1 di Gustav Mahler. Quella mozartiana è forse la più celebre e di certo la più drammatica tra le sue pagine orchestrali, tesa e nervosa in ogni fibra. I contemporanei vi ravvisarono delle storture, in questa come nelle altre due sinfonie, ma dopo la sua morte le tre sinfonie estreme divennero oggetto di culto e lo sono ancora oggi. Di Mahler viene proposto l’esordio sinfonico, del 1889, ispirato da un romanzo del primo romanticismo, “Il titano” di Jean Paul. Ma poiché l’orchestra malheriana ha dimensioni davvero titaniche, per poter avvicinarsi a questa partitura l’ORT deve ricorrere alla riscrittura per un numero minore di esecutori curata nel 2008 da Klaus Simon. La Prima Sinfonia costituiscegià il capitolo iniziale dell’autobiografia spirituale in musica del compositore. Il mondo di Mahler, con le sue incertezze e i suoi tormenti, le sue estasi e le sue disperazioni, scardina le architetture della classica sinfonia e le apre a nuove prospettive, pur ispirandosi al romanticismo e ai suoi ideali.
L’adattamento di Klaus Simonche si ascolterà, avviene nel rispetto del significato musicale ed espressivo dell’originale, si ispira, infatti, alle riduzioni che Arnold Schönberg proponeva nell’ambito del Verein für musikalische Privataufführungen, l’associazione musicale privata da lui stesso creata a Vienna, che aveva come scopo principale quello di far conoscere e rendere più facilmente fruibile la musica di quel tempo: anche quella di Gustav Mahler.