Il testo approvato all’unanimità impegna la Giunta ad attivarsi a livello nazionale per contrastare il fenomeno adottando azioni specifiche per contrastare la chiusura degli sportelli
L’Aula del Consiglio regionale interviene compatta a sostegno delle aree interne per contrastare il fenomeno della desertificazione bancaria nelle zone cosiddette minori e disagiate. L’atto di sintesi, dopo un lungo percorso in commissione, è la proposta di risoluzione presentata dal presidente della commissione Aree interne Marco Niccolai (Pd) e approvata all’unanimità.
Durante l’illustrazione il presidente Niccolai ha ricordato come “il contenimento dei costi per le banche imposto dalla regolamentazione europea abbia portato alla contrazione di tante voci di bilancio a partire da quelle che consentono di tenere aperti molti sportelli che nella regione sono a rischio”. Tanto, ha spiegato Niccolai, che in Toscana “20 comuni non hanno più lo sportello e 44 ne hanno uno solo, con il 25% dei comuni della Regione che sono già senza sportello o rischiano di perderlo. Problema che ha portato a una diminuzione, importante, del 30% del credito alle piccole e medie imprese”.
La proposta di risoluzione impegna la Giunta ad “attivarsi in sede nazionale affinché vengano adottate specifiche azioni volte a contrastare la diminuzione dei servizi bancari e postali nelle aree interne, rurali, montane e insulari, per garantire parità di diritti nell’accesso ai servizi per chi abita in quei territori, tenuto conto anche dell’indiretto detrimento che tale desertificazione comporta in ordine all’accesso al credito delle piccole e medie imprese nelle aree montane ed interne”.
Nel testo si ritiene inoltre utile “sensibilizzare gli enti preposti a promuovere l’adozione di soluzioni sperimentali e innovative volte a garantire una presenza, anche temporanea, dei servizi bancari e postali su tali realtà, come è il caso degli sportelli mobili presenti a giorni alterni già sperimentati in alcune aree del Paese oppure l’integrazione con altre tipologie di servizi”.
“Nel dispositivo – ha concluso Niccolai – si chiede infine di riconoscere, a livello comunitario, una adeguata proporzionalità del quadro regolamentare bancario europeo che tenga conto della specificità e della peculiarità del sistema del credito cooperativo quale settore bancario di comunità strettamente connesso al tessuto economico e sociale dei territori in cui si trovano ad operare le stesse Banche di Credito Cooperativo”.
Durante il dibattito la consigliera Luciana Bartolini (Lega) ha sottolineato come “gli sportelli bancari siano presidi di sviluppo e sostegno dei territori delle Aree interne” e che sia necessario “fare di tutto per mantenerli fisicamente, perché se mancano si crea spazio per l’illegalità”. Per la consigliera Bartolini “la presenza degli sportelli contrasta anche lo spopolamento che continua inarrestabile se si levano questi presidi”.
Anna Paris (Pd) ha messo in evidenza come “la chiave non sia chiedere un cambio delle regole a livello dell’Unione europea, perché legislatore, Ministero dell’Economia e delle Finanze e Banca d’Italia hanno già tutti i margini di manovra per operare all’interno della normativa vigente intervenendo per togliere una regolamentazione vecchia che ha inciso in maniera insostenibile sui costi delle piccole banche”.
A favore dell’atto anche Fratelli d’Italia come confermato in Aula dal consigliere Vittorio Fantozzi anche se ha voluto mettere in evidenza come “la desertificazione delle aree interne sia responsabilità di una classe politica che non ha capito cosa stava accadendo”. “È chiaro – ha concluso – che per far tornare una banca a investire sul territorio vanno cambiate le condizioni. Non si capisce altrimenti come mai un istituto di credito dovrebbe fermarsi in un territorio dove la popolazione prevalente avanza nell’età. E per questo è importante discutere quando prima del progetto Polis di Poste Italiane in commissione Aree Interne”.