donne insieme per la pace

Diritti: l’impegno delle donne per rimettere la parola Pace sopra tutte le altre

La commissione toscana per le pari opportunità ha incontrato le rappresentanti dell’associazione ‘Donne Insieme per la Pace’. La presidente Francesca Basanieri: “Costruiremo un tavolo permanente per chiamare a raccolta consiglieri regionali, membri della società civile e studiosi delle Università per contaminare ogni luogo e applicare messaggi condivisi di dialogo e non violenza”

di Federica Cioni, 14 dicembre 2023

Firenze – Nel suo preambolo, lo Statuto dell’ONU afferma solennemente l’impegno di “Noi popoli delle Nazioni Unite, …a liberare l’umanità dal flagello della guerra”. E ribadisce: “Deve essere vietata per legge ogni forma di propaganda della guerra”. Nonostante le solenni dichiarazioni ed impegni, nel diritto internazionale dei diritti umani non esiste uno strumento giuridicamente vincolante che sancisca il diritto alla pace.

Il diritto alla pace è stato anche proposto come diritto dei popoli. Nel 1984 viene adottata la Dichiarazione sul diritto dei popoli alla pace per sottolineare che l’impegno alla sua attuazione “costituisce un obbligo fondamentale di ogni Stato.

I movimenti delle donne costituiscono il soggetto che con più forza e più autonomia si è battuto non solo per un’affermazione del diritto umano alla pace, ma per una sua concreta realizzazione. L’associazione ‘Donne Insieme per la Pace’ lavora per costruire la pace in tutti i territori del mondo in cui ci sono conflitti, in particolare quello israelo-palestinese. La commissione toscana per le pari opportunità, presieduta da Francesca Basanieri, ha incontrato alcune rappresentanti è ha dato massima disponibilità a “costruire un tavolo permanente di pace dove chiamare a raccolta consiglieri regionali, membri della società civile e studiosi delle Università per riuscire insieme a preparare la pace provando a costruire un messaggio condiviso di dialogo e non violenza”.

“Il nostro obiettivo – spiega Basanieri – sarà quello di farlo attraverso il coinvolgimento delle donne protagoniste loro malgrado dei diversi conflitti in corso. Sappiamo che sono le donne a subire più di tutti nei territori di guerra, donne rimaste sole a gestire intere famiglie senza avere gli stessi diritti e le stesse opportunità degli uomini, donne e bambine violentate, purtroppo è tornata l’orribile pratica dello stupro di guerra, e vessate, trattate e tenute come animali e infine uccise”.

“Ma – prosegue la presidente – è anche vero che abbiamo visto in tanti conflitti, dall’Afghanistan, all’Iran, che sono proprio le donne le protagoniste della pace e della rinascita, le donne che riescono a creare momenti di dialogo e di preparazione alla pace. La Commissione per sua stessa natura è contro ogni forma di violenza e per la gestione pacifica delle relazioni sia tra persone che tra stati e per questo, il tavolo a cui abbiamo pensato, deve servire a costruire un ponte tra le diverse culture e sensibilità protagoniste dei conflitti affinché dalla Toscana, terra di diritti, partano messaggi di pace prima di tutto per un cessate il fuoco umanitario e poi per una risoluzione definitiva dei conflitti”.

Le rappresentati dell’associazione ‘Donne Insieme per la Pace’, ha inviato una lettera ai presidenti di Giunta e Consiglio regionale, Antonio Mazzeo e Eugenio Giani (già inoltrata al Comune di Firenze), per lanciare un appello a tutte le altre città della Toscana e chiedere di rimettere la parola pace, sopra tutte le altre. “Pace – si legge nella missiva – sta diventando parola considerata irrealistica e impraticabile di fronte all’urgenza di schierarsi quando i conflitti deflagrano. Succede in troppe parti del mondo e per ultimo in Israele e in Palestina. Dalla Toscana deve venire forte e chiaro un monito ai due contendenti e alle potenze che ne influenzano le scelte: fermatevi. Noi siamo schierate dalla parte di chi le guerre le subisce: i bambini, le bambine, le donne, la popolazione civile. In nome loro, prima di tutto e malgrado tutto, chiediamo: cessate il fuoco. È in nome della loro sofferenza che vogliamo la parola pace pronunciata a gran voce e praticata a tutta forza. Si può”.

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