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Diritti: no a gran voce alla violenza di genere, rafforzare strumenti di contrasto

Il Consiglio regionale ha approvato con voto unanime una mozione di Fratelli d’Italia, emendata dal Partito democratico

 Quali gli strumenti per combattere la violenza di genere? Il Consiglio regionale ha approvato con voto unanime una mozione dei consiglieri di Fratelli d’Italia, Gabriele Veneri e Alessandro Capecchi, emendata dalla consigliera Elena Rosignoli (Pd) e dallo stesso proponente Veneri.

L’atto prevede una serie di qualificanti azioni che impegnano l’esecutivo regionale a: continuare a promuovere l’esistenza e la funzione del numero verde 1522 con campagne pubblicitarie su tutti i principali mezzi di informazione e con campagne informative adeguate, realizzate nei principali luoghi di socialità (supermercati, scuole, università, mezzi pubblici); rafforzare le politiche regionali di contrasto alla violenza di genere (prevenzione, supporto psicologico per le vittime, assistenza sanitaria, sostegno abitativo, reinserimento lavorativo) soprattutto promuovendo una cultura di contrasto agli stereotipi di genere, essendo il femminicidio in primis un problema di natura culturale; assicurare un sostegno adeguato ai soggetti che a livello territoriale gestiscono i centri antiviolenza e le case rifugio, con la presa in carico delle vittime di tali reati; investire ulteriori risorse umane e finanziarie per la formazione e la specializzazione delle forze dell’Ordine, giudici, avvocati, medici ed insegnanti; attivarsi, nei confronti del mondo del commercio, per la generale promozione della diffusione del numero verde nazionale antiviolenza e stalking 1522 negli esercizi commerciali, prevedendone la stampa negli scontrini fiscali; ed infine attivarsi, a partire dalla Conferenza Stato-Regioni, affinché vengano riviste le norme, le procedure, le pene, le sanzioni e le misure cautelari previste per i reati di violenza sulle donne, con l’obiettivo di aumentare la protezione delle vittime di violenza ed evitare le possibili reiterazioni del reato.

La mozione prende spunto da una serie di dati allarmanti: secondo la direzione centrale anticrimine della Polizia i femminicidi commessi in Italia nel 2021 sono stati 109 (una donna uccisa ogni tre giorni), con un aumento dell’8 per cento rispetto al 2020, e 93 di questi avvenuti in ambito familiare. Dallo stesso report 2021 emerge che ogni giorno sono 89 le donne vittime di reati di genere, commessi da mariti e compagni (il 35 per cento) o da ex (28 per cento). A livello regionale, dal rapporto 2021 dell’Osservatorio sociale regionale, emerge che, dal 2006 al 2020, in Toscana ci sono state 121 vittime di femminicidio e che solo nel 2020 le donne che hanno contattato un centro antiviolenza, per la prima volta, sono state 3.099.

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