Approvata una mozione presentata da consiglieri del Pd e di Iv
Approvata questa mattina in Consiglio regionale con 24 voti favorevoli (Pd, Italia Viva e Movimento 5 Stelle) una mozione in merito al ripristino urgente del fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Dna). L’atto è stato presentata dai consiglieri Stefano Scaramelli (Iv), Marco Niccolai (Pd), Maurizio Sguanci (Iv), Enrico Sostegni (Pd), Elena Rosignoli (Pd).
La mozione impegna la Giunta regionale “a intervenire con urgenza nei confronti del Governo nazionale affinché sia ripristinato il fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione” previsto da una legge del 2021 e non rinnovato dalla recente manovra di bilancio “al fine di garantire nel nostro territorio e in tutto il paese quei servizi ambulatoriali che operano nella diagnosi, cura e assistenza dei pazienti affetti da tale patologia”. Impegna inoltre la Giunta “ad attivarsi nei confronti del Governo affinché sia data completa attuazione alla disposizione che prevede l’individuazione all’interno dei Lea della specifica area dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione” e “a dare piena operatività ai progetti già in essere”.
Stefano Scaramelli (Iv), illustrando la sua mozione, ha insistito sulla necessità urgente “di ripristinare i fondi nazionali” e di investire su una patologia dai numeri sempre più gravi.
Maurizio Sguanci (Iv) ha ricordato che questo tipo di problemi “sono in fortissima crescita, dopo il Covid c’è stato un aumento del 30 per cento” e che i malati sono ormai 3 milioni di italiani, in grandissima maggioranza ragazze dai 12 ai 25 anni. “Chiedo di abbandonare le vesti politiche e di votare questo atto perché è un problema enorme che ha ripercussioni gravissime sul futuro di tante persone”.
Marco Niccolai (Pd) ha parlato di “macelleria sociale” attuata dall’attuale Governo nazionale con i tagli a questo provvedimento e ad altri, come quello sugli affitti e sulla disabilità. “I Dna sono una pandemia silenziosa – ha detto – Dal 2019 al 2023 le diagnosi di anoressia e bulimia sono raddoppiate. Con i fondi stanziati dal governo Draghi erano partite esperienze di diagnosi e cura nella rete territoriale, ora tutto questo viene cancellato dai tagli. Come Pd parteciperemo in piazza alla mobilitazione di protesta fissata per il 19 gennaio”.
Andrea Ulmi (Lega) ha “rigettato in tribuna l’accusa di macelleria sociale”, spiegando di avere presentato interrogazioni su esperienze come quella di Casamora “dove sono stati attivati 20 posti residenziali e solo 7 semiresidenziali”. “Quando ci sono i soldi – ha commentato – non sono utilizzati a dovere per la lentezza burocratica”.
Irene Galletti (M5S) ha deprecato i tagli che ci sono stati a livello nazionale, ma anche a come sono state utilizzate le risorse dalla Regione Toscana. Ha annunciato voto favorevole, sottolineando però come oltre che sulla cura bisogna investire sulla prevenzione, anche seguendo l’esempio positivo di altri paesi, che hanno promosso leggi apposite. “E’ importante educare i giovani, a scuola e in famiglia, e fornire loro gli strumenti per affrontare nel giusto modo e difendersi anche davanti ai modelli proposti dai social” ha detto la consigliera.
Elena Rosignoli (Pd) ha ribadito la necessità che queste malattie siano riconosciute come patologie a sé stanti, ricordando l’enorme numero di vittime che si verifica ogni anno e il fatto che ormai vengono coinvolti anche giovani e giovanissimi di sesso maschile e che l’età media di insorgenza dei disturbi alimentari si abbassa sempre di più. “Ci sono pochi posti a livello nazionale dove questi disturbi vengono curati in modo completo ed efficace – ha detto Rosignoli -. Sono problemi da cui si guarisce con le cure adeguate, è importantissimo che i pazienti e le loro famiglie abbiano il supporto che serve loro senza dover affrontare spostamenti impossibili e disagi”.
Diego Petrucci (FdI) ha annunciato che “oggi pomeriggio il ministro Schillaci comunicherà che il fondo per le malattie alimentari verrà ripristinato nell’entità di 25 milioni, recuperando i 15 milioni non spesi nello scorso anno”. Ha dunque chiesto che la mozione venisse rimandata in Commissione, richiesta che non è stata accolta. “Siamo d’accordo col testo – ha poi precisato – e a livello nazionale il nostro partito si è adoperato con un emendamento affinché quel fondo venisse rifinanziato con i medesimi soldi. Quindi la mozione è strumentale. Inoltre il termine “macelleria sociale” non può essere utilizzato nell’ambito delle malattie alimentari. Non parteciperemo dunque al voto”.
“Bene se il finanziamento sarà ripristinato – ha affermato Enrico Sostegni (Pd) – ma le mozioni sono legittime proprio perché volte a stimolare il Governo verso certe decisioni”. Ha poi ricordato come nei giovani la morte per disturbi alimentari sia al secondo posto dopo quella per incidenti stradali e che “in una parte della nostra regione, la Toscana Centro, questo dato è stato azzerato da anni: ciò significa che il sistema ha ben speso le risorse su un servizio che è fondamentale e importante”.