Ha dichiarato di aver chiuso la ditta nel 2015 ma non era vero. L’attività è andata avanti fino alle 19 di ieri in forma clandestina e con 9 operai su 22 altrettanto clandestini. Tutti lavoratori a nero, come del resto la ditta stessa, di proprietà di un cittadino cinese di 32 anni denunciato dalla polizia per favoreggiamento ed impiego di manodopera clandestina. L’uomo dovrà con ogni probabilità rispondere anche sotto il profilo fiscale e per altri reati dei quali si occuperanno gli enti preposti.
L’azienda fantasma, una confezione di abiti di Prato, è stata scoperta nel corso di un accertamento volto al contrasto delle situazioni di illegalità presenti in provincia di Prato.
Il blitz è stato diretto dal funzionario dell’Ufficio immigrazione ed espletato dal punto di vista operativo da equipaggi della Questura di Prato, supportati da altri di rinforzo del Reparto prevenzione crimine di Firenze.
L’azienda sorge in via Vella o Lungo la Bardena, nella zona nord occidentale della città. All’interno della ditta, i poliziotti hanno trovato e identificato 22 persone di nazionalità cinese, intente al lavoro, fra le quali i 7 clandestini condotti in questura per le operazioni di fotosegnalamento ed espulsione. Il controllo ha fatto emergere una situazione di totale illegalità, sotto ogni profilo. Azienda e titolare sono così stati segnalati agli uffici e agli enti che dovranno assumere provvedimenti in ordine alle violazioni accertate.
Dall’azienda fantasma, i poliziotti si sono poi spostati in serata in un’altra ditta, una stireria, non troppo distante, nel quartiere pratese di San Paolo. In questa seconda azienda, sono stati trovati e poi identificati 2 clandestini su 11 dipendenti. Uno dei due ha cercato una via di fuga. Raggiunto dagli agenti, ha offerto loro un somma di denaro cercando di convincerli a non procedere nei suoi confronti. È stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e istigazione alla corruzione. Denunciato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina anche il titolare dell’azienda.