Approvate dall’aula due le mozioni, una presentata dal Partito democratico e l’altra dal Movimento 5 Stelle
l tema attuale dei crediti di imposta sugli incentivi fiscali in materia di recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica e superbonus 110% è stato al centro del dibattito del Consiglio regionale. Due le mozioni discusse e approvate in Aula.
Nella prima, presentata dalla consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Silvia Noferi si chiede alla Giunta regionale di attivarsi con il Governo per rimodulare la scelta dello stop della cessione dei crediti di imposta relativi agli incentivi fiscali del superbonus 110%. “Una decisione – ha sottolineato la consigliera – che mette a rischio imprese, lavoratori e cittadini, creando le premesse per una nuova crisi economica e sociale”.
Nell’impegnativa si chiede anche alla Giunta di attivarsi con il Governo per fare in modo, come prospettato dai rappresentanti delle imprese del settore, di eliminare dal provvedimento famiglie, condomini e piccole imprese con pratiche già in corso, che non possono scalare il credito fiscale dalle loro dichiarazioni dei redditi per incapienza.
Nella mozione del Partito democratico, illustrata dal consigliere Francesco Gazzetti, si chiede alla Giunta di attivarsi con il Governo e in Conferenza Stato-Regioni per fare in modo che venga rivista quanto prima la decisione di bloccare in modo permanente e generalizzato la cessione dei crediti di imposta relativi agli incentivi fiscali in materia di recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica e superbonus 110%, evitando di danneggiare il settore dell’edilizia e l’indotto. “Decisioni – ha sottolineato il consigliere Gazzetti – che hanno suscitato clamore e hanno sconcertato il mondo delle famiglie e delle imprese”.
Oltre al superamento del divieto previsto nel decreto del Governo si chiede anche di valutare l’introduzione di una chiara disciplina finalizzata a consentire alle Regioni e agli Enti locali di poter acquistare i crediti di imposta, prevedendo esplicite garanzie a tutela di queste operazioni, con l’obiettivo di dare un contributo significativo alla ripresa economica, alla tutela dell’ambiente e alla riqualificazione delle costruzioni.
Il consigliere di Italia Viva Maurizio Sguanci ha annunciato il suo voto di astensione, poiché non convinto dal punto che prevede l’acquisto dei crediti di imposta da parte di Regioni ed Enti locali.
Durante il dibattito il consigliere regionale Giovanni Galli (Lega) ha rivendicato la correttezza dell’azione del Governo Meloni “che si è impegnato a trovare misure idonee per quelle aziende del settore che hanno agito seguendo correttamente le norme”. “Perché – ha sottolineato Galli – il pericolo anche questa volta è venuto dai furbi che hanno approfittano della situazione. È stato giusto e corretto prendere delle decisioni e servono delle multe per chi ha agito male”.
Duro l’attacco del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi: “con il sistema del superbonus ad oggi ci sono 77 miliardi di euro che non hanno copertura fiscale, e sono state già accertate truffe per 9 miliardi. Per questo le banche non comprano più i crediti. Clamorosa anche la speculazione sull’aumento dei costi dei ponteggi. Il risultato è che del provvedimento hanno beneficiato solo il 5% delle abitazioni creando un buco da 100miliardi di euro. Con il meccanismo del 110%, che ha creato storture nella gestione dei lavori e rischia di mettere in crisi l’intera filiera dell’edilizia. Il conto è arrivato a questo Governo: 77miliardi di crediti fiscali non assorbibili”. Per Alessandro Capecchi una possibilità è quella “di un meccanismo virtuoso delle detrazioni fiscali spalmate su più anni con compartecipazione minima alla spesa di chi possiede la casa”.
Vincenzo Ceccarelli del Partito democratico ha parlato di disciplina di partito invidiabile da parte di Fratelli d’Italia “anche quando difende provvedimenti del Governo che sono indifendibili”. Ceccarelli ha criticato l’uso strumentale dei numeri sottolineando come “il costo annuo per cittadino non sia stato di 2mila ma di 88 euro, con misure che hanno creato 900mila nuovi posti di lavoro e la riduzione media di 400-500 euro delle bollette per chi abita negli edifici efficientati. Il rischio ora è che nei condomini si blocchi tutto, mettendo in ginocchio l’intero settore edilizio e perdendo l’occasione di mettere gli edifici in efficienza energetica e in sicurezza sismica”.