Schede elezioni

Enrico Rossi presidente, boom estrema destra

Enrico Rossi presidente. Il Pd piazza ancora il suo uomo al vertice della Toscana. Enrico Rossi, secondo gli exit poll collocato tra il 46 e il 47% dei voti espressi, fa sua la quasi metà di quella quasi metà di toscani che si sono recati al voto. Conferma e successo per il presidente uscente che, rispetto a 5 anni fa, al di là delle cifre assolute, perde qualcosina in termini percentuali e soprattutto d’alleati. Appoggiato da una sola piccola, minuta lista, il Popolo Toscano, il Pd ha in pratica corso da solo, contro l’astensione (anche di molti dei suoi elettori) e le altre forze in campo.
È l’estrema destra, semmai, a preoccupare. E lo diciamo guardando desolati a una sinistra che non sa attrarre consenso né creare sogni. Leghisti di Toscana e Fratelli d’Italia vanno. La disaffezione dal voto e qualche suffragio di “pancia”, come si suol dire, l’hanno certo aiutati. Lega Nord e Fratelli d’Italia, insieme, sembrano superare il 20% dei voti. Il leader dell’opposizione sarà il loro candidato presidente, il leghista Claudio Borghi. Del resto, la Lega ha almeno quattro volte i voti degli alleati di turno.
Non sfonda il Movimento 5 Stelle, forse pure penalizzato dal record d’astensioni, dato sul 16%, mentre pare fermarsi al 5% la corsa di Tommaso Fattori e dell’alleanza di sinistra nata in contrapposizione, o volendo come contrappeso, al Pd in salsa renziana. Segno che la percezione di larga parte dell’elettorato non è quella di una forza strutturata e nuova ma di un’ennesima alleanza elettorale.
E Forza Italia? S’attesta intorno al 10% (sempre di quelli che hanno votato). Gli altri non pervenuti o quasi.
Che i toscani abbiano in ogni caso virato a destra e verso una destra più dura, almeno a discorsi roboanti e affermazioni choc? Un momento. Ha votato il 48% degli aventi diritto. Meno della metà. Il che significa che all’atto pratico un toscano su dieci, numero più numero meno, ha compiuto la scelta dirompente. Aggiungiamoci il calo e la crisi di Forza Italia, i delusi dal Pd che però vince, le poche alternative e il giochino per rivendicare un ruolo da leader – di governo l’uno e d’opposizione l’altro – è ben riuscito ai due Matteo, Renzi e Salvini.
C’è da preoccuparsi e c’è da ribadire che l’astensione come i voti disgiunti o le schede nulle vanno prese in considerazione. Altrimenti, di qui e qualche anno, visto pure come vanno le cose nell’ex rossa Toscana, il rischio di consegnare a Salvini barche e barconi sarà reale. Iperboli a parte – ma nascono pur sempre sulla scorta delle dichiarazioni del leader leghista in tema d’immigrazione o di profughi – la destra che arriva seconda in Toscana e si presenta come prima opposizione è in effetti quella estrema, che si pone al di là delle altre, si tratti di alleanze più vaste con gli stessi protagonisti o parte di questi o che si tratti di Forza Italia. Certo è che estreme o no, destra e sinistra non sono le stesse, nelle persone e nei modi, di prima. Liste, candidati e gruppi appaiono spesso eterogenei. A Paese Sera, però, preoccupa che la Toscana veda quale seconda forza politica quella che strizza l’occhio alla Le Pen.
È presto, certo, per un’analisi approfondita. I numeri, quelli previsti e quelli (astensione) consolidati, tuttavia non paiono mentire. Non troppo, almeno.

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