Un week end lungo, dedicato a un tema scomodo, di quelli che fanno paura a tanti e che riguardano tutti. L’eutanasia.
A Firenze, Prato, Pisa, Pistoia, Grosseto e più di altre 40 città italiane, da oggi a domenica, si sensibilizza, si raccolgono firme, si scrive al Parlamento e alle principali forze politiche. L’Associazione Luca Coscioni è presente con 93 tavoli in 45 città., per la campagna di sensibilizzazione nazionale con te per l’Eutanasia Legale. Attraverso la mappa interattiva che pubblichiamo più in basso, è possibile conoscere luoghi, orari e tipo d’iniziativa.
In forma non anonima, dal 15 marzo 2015 ad oggi, l’Associazione Luca Coscioni ha ricevuto 649 contatti con richieste di informazioni sull’eutanasia da parte di persone interessate o, in molti casi, di persone ormai costrette a non vivere ma forzate e farlo. Quasi 13 richieste al mese.
Adesso, l’associazione punta a sollecitare il Parlamento a una rapida discussione della legge – in 50 giorni dall’inizio dell’iter trattata solo per tre ore- insieme a una esplicita richiesta a Matteo Salvini, Nicola Zingaretti, Luigi Di Maio e Silvio Berlusconi per lavorare, attraverso il proprio gruppo parlamentare, a un rapido e approfondito confronto sulla proposta popolare.
Secondo l’Associazione Luca Coscioni, i tempi sono stretti. Il 24 settembre «scadrà il termine che la Corte Costituzionale ha dato al Parlamento per estendere le tutele costituzionali anche alle libertà fondamentali delle persone che chiedono di essere aiutate a porre fine alla propria vita, a causa di una condizione di sofferenza insopportabile nel quadro di una malattia irreversibile».
Ieri, l’associazione ha inviato una lettera al segretario del Pd Luca Zingaretti e a quello del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio chiedendo di concretizzare il supporto annunciato dai rispettivi partiti, ma finora manifestato soltanto a parole.
Le testimonianze di persone che definire sofferenti è poco sono molte. Centinaia, appunto. Associazione Luca Coscioni ne riporta alcune, come quella di un medico di più di 70 anni affetto da grave osteoporosi con crolli vertebrali. «Ho molto dolore e limitazioni. Ho importanti disturbi gastroenterici che mi impediscono cure appropriate – ha scritto – Sono portatore di duplice protesi sottoposte a revisione 10 anni fa, condizione anche questa limitante. Poliartrosico e fibromialgico, ho molti dolori. Vi prego, fatemi sapere se qualcuno mi può aiutare a sbrigare le pratiche per il fine vita».
O ancora: «Sono una ragazza di 32 anni, affetta da sclerosi multipla PP, attualmente allettata da circa 1 anno, tetraplegica da circa 5 anni. Vorrei informazioni per attivare la procedura di eutanasia attiva».
La politica prende però tempo e l’iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni si intensifica. «Nnostante le dichiarazioni del presidente della Camera Roberto Fico e della ministra della Salute Giulia Grillo, sull’eutanasia tutto è fermo – osserva Marco Cappato, – Evidentemente i capi, capetti e capitani dei partiti italiani continuano ad avere cose che ritengono più importanti sulle quali inscenare le loro risse quotidiane. Con Filomena Gallo abbiamo scritto sia a Luigi Di Maio che a Nicola Zingaretti per chiedere un incontro, per verificare se almeno il Movimento Cinque Stelle e il Partito democratico intendano prendere sul serio la questione, o se invece preferiscano lasciar passare inutilmente le settimane e i mesi in modo da ripassare irresponsabilmente la palla alla Corte costituzionale nell’udienza già convocata per il 24 settembre sul processo a mio carico».
A Marco Cappato fa eco la segretaria dell’associazione, Filomena Gallo, avvocata che coordina la difesa dello stesso Cappato nei procedimenti per l’assistenza al suicidio offerta a Fabiano Antoniani e Davide Trentini. «Il coraggio di Fabiano Antoniani nell’agire pubblicamente per ottenere di morire senza soffrire e il coraggio di Marco Cappato nell’autodenunciarsi per averlo aiutato hanno finalmente offerto tramite la Corte Costituzionale al Parlamento una straordinaria occasione per discutere e approvare una legge per l’eutanasia legale. Come ha evidenziato oggi il Presidente della Corte Costituzionale Lattanzi siamo di fronte a un caso di “incostituzionalità prospettata” dell’art.580 del codice penale, in cui incrimina il suicidio del malato sofferente che, liberamente e consapevolmente rifiuta le cure mediche necessarie alla sopravvivenza, contrarie al suo senso di dignità. Un ulteriore monito al Parlamento cui rimane poco tempo per legiferare».