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Ferri per curare, a Pistoia apre il Museo della Sanità

Ferri per curare. In altre parole, un museo della sanità, già aperto in anteprima e pronto a un’attività regolare. Ferri per curare apre a Pistoia, capitale italiana della cultura per il 2017, e si colloca nell’antica corsia di San Jacopo dell’ospedale del Ceppo.

Al museo della sanità, che è nella parte vecchia dell’ospedale, per intendersi, si accede da piazza Giovanni XXIII. Lo si potrà fare, che si sia turisti o pistoiesi, da sabato 5 febbraio.

Dopo il successo degli open days del 23 dicembre, 9 e 23 gennaio scorsi, il Museo, inaugurato lo scorso 22 dicembre, trova ora una programmazione settimanale stabile, con – per il momento – due visite guidate su prenotazione ogni sabato, sia la mattina alle 10.30 che il pomeriggio alle 16. Apertura, che sarà poi ulteriormente ampliata. La mostra raccoglie i ferri chirurgici appartenuti alla Scuola Chirurgica dell’Ospedale del Ceppo, composta da circa 270 pezzi fra strumenti completi e loro accessori, databili tra il Seicento e i primi decenni del Novecento.
Il Museo della Sanità Pistoiese. Ferri per curare costituisce un importante tassello del nuovo polo museale e culturale previsto all’interno dell’edificio storico dell’ex Ospedale del Ceppo che, integrandosi con la rete museale civica, racconta la storia della medicina, del Ceppo e, dunque, della città.
Il Museo propone una selezione degli strumenti in otto grandi teche collocate lungo le pareti dell’antica corsia dell’ospedale, sulle quali sono state recuperate le pitture murali raffiguranti gli antichi capoletti, mentre nei totem multimediali sono disponibili le schede dei ferri con immagini, oggetti virtuali e video. Gli strumenti esposti riguardano soprattutto le branche ostetrico-ginecologica, urologica, ortopedica, della chirurgia generale e della chirurgia cranica. Nella scelta sono stati privilegiati gli strumenti relativi alle discipline che più documentano il progresso medico-chirurgico avvenuto nel tempo all’interno dell’ospedale. Oltre alla strumentaria è esposta anche la macchina del parto, uno strumento ostetrico ottocentesco utilizzato durante le lezioni per le simulazioni del parto.
Il percorso espositivo propone poi altri totem multimediali sulla storia dell’ospedale del Ceppo, partendo dalla sua fondazione nel XIII secolo, passando per la realizzazione del “teatro anatomico” e la nascita dei Regi Spedali Riuniti di Pistoia nel Settecento, per terminare con le più recenti ristrutturazioni novecentesche. Altri approfondimenti sono riservati alle biografie dei medici più illustri che hanno esercitato la professione nell’Ospedale del Ceppo e alla versione digitalizzata dell’Atlante anatomico di Paolo Mascagni (1823), interamente consultabile nel tavolo multimediale centrale insieme ad un gioco didattico interattivo sul corpo umano. Chiude l’allestimento una spettacolare retroproiezione che ha come protagonisti due dei chirurghi che maggiormente hanno contribuito allo sviluppo e alla fama dell’ospedale: Bastiano Marcacci e Filippo Pacini.

Integrandosi con la rete museale civica, il percorso di visita si articolerà in quattro tappe. Prenderà avvio dal Museo Civico in Palazzo comunale, dove saranno visibili alcune opere provenienti dagli Spedali Riuniti e il microscopio della collezione Puccini con cui, fra il 1839 e il 1845, Filippo Pacini effettuò le sue prime osservazioni scientifiche, testimonianze strettamente collegate dunque al Museo della Sanità Pistoiese e alla storia dell’Ospedale del Ceppo. Si sposterà, poi, in piazza Giovanni XXIII per la visione del fregio robbiano, recentemente restaurato, che si snoda al di sopra del loggiato esterno del Ceppo. Proseguirà quindi all’interno del Museo della Sanità Pistoiese per soffermarsi ad osservare la collezione dei ferri chirurgici esposta nelle bacheche e i ricchi apparati multimediali di corredo, per concludersi infine nel piccolo gioiello del Teatro Anatomico, dove si svolgevano le lezioni della scuola medica pistoiese.
Le visite saranno accompagnate dal personale del servizio di accoglienza dei musei comunali, che ha svolto un apposito corso di formazione. L’accesso alle visite sarà consentito a gruppi formati da un massimo di 20 persone. Per partecipare è obbligatoria la prenotazione, da effettuare a PistoiaInforma – piazza del Duomo 1 – al numero 800 012146 entro le 13.00 del venerdì precedente la data delle visite. Il punto di ritrovo del gruppo sarà il bancone posto all’ingresso del Museo Civico, al primo piano del Palazzo Comunale – piazza Duomo 1 -, dieci minuti prima dell’inizio della visita. Per ciascuna visita è previsto il pagamento di un biglietto di 2 euro a persona (tariffa “gruppi” dei musei comunali).

Le opere di restauro e riorganizzazione degli spazi museali sono state realizzate secondo il progetto presentato dall’Azienda Usl 3 e finanziate attraverso i contributi Por Creo Fers 2007-2013 legati ai Piani integrati di sviluppo urbano sostenibile (Piuss) promossi dalla Regione Toscana, per i quali l’Amministrazione comunale ha rivestito il ruolo di capofila dell’intervento. Il progetto dell’Azienda Usl3, denominato Restauro dell’antico Ospedale del Ceppo, si è articolato in numerosi interventi: il restauro delle facciate esterne e dei tetti delle corsie di San Jacopo e Sant’Atto; il recupero del loggiato monumentale e delle parti ceramiche del fregio robbiano (capolavoro della scultura rinascimentale, fra le opere più note ed emblematiche della città e sicuro punto di riferimento del turismo culturale internazionale); i lavori di restauro e riallestimento dell’antica corsia ospedaliera di San Jacopo, già sede dell’Anticamera e dell’Accademia Medica Filippo Pacini, che dopo un’integrale catalogazione scientifica ha recuperato la ricca collezione storica dei ferri chirurgici appartenuti alla Scuola Medica Pistoiese, la cui istituzione si data al 1666 anche se, presumibilmente, già attiva da alcuni anni. I lavori di restauro architettonico dei locali si devono alla ditta Spallina Costruzioni di Gangi (PA). L’allestimento museale è stato realizzato dalla ditta Space di Prato, secondo il progetto sviluppato dal gruppo di lavoro formato da Fabrizio D’Arrigo, Paolo Calastrini, Marco Talini e Elisa Fallani per l’Azienda USL 3, Maria Cristina Masdea e Valerio Tesi per la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le Province di Firenze, Pistoia e Prato, Esther Diana per il Centro di Documentazione per la Storia dell’Assistenza e della Sanità, il museologo Claudio Rosati e la storica dell’arte Lisa Di Zanni.

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