Il 15, 16 e 17 agosto 1969 si svolge il festival di Woodstock, una manifestazione che si svolse a Bethel, una piccola città rurale nello stato di New York all’apice della cultura hippy. Vi si riferisce spesso con l’espressione 3 Days of Peace & Rock Music, “tre giorni di pace e musica rock”. Furono stimati dai 400 ai 500.000 spettatori.
Il festival di Woodstock, evento centrale nella “controculture generation“, era stato ideato come un festival di provincia (e come “An Aquarian Exposition”, il nome, dal tono modesto, con cui era pubblicizzato); ma accolse inaspettatamente più di 400.000 giovani (secondo fonti non certe, addirittura un milione di persone); trentadue musicisti e gruppi, fra i più noti di allora, si alternarono sul palco; l’esibizione non smise che un giorno dopo il previsto (era stato programmato sino al 17); il tutto condito da quantità enormi di Cannabis e LSD, tra cui il celebre “Orange Sunshine”. Il festival ebbe una grande carica simbolica la cui notorietà continua ancora oggi e fu un grande evento della storia del rock e del costume.
I principali promotori del festival di Woodstock furono Michael Lang, John P. Roberts, Joel Rosenman e Artie Kornfeld. Roberts e Rosenman avevano pubblicato un annuncio sul New York Times e sul Wall Street Journal, presentandosi come “Challenge International, Ltd.“: Uomini giovani con capitale illimitato cercano interessanti opportunità, legali, di investimento e proposte d’affari. Lang e Kornfeld li contattarono, e con loro progettarono uno studio di registrazione da mettere su nel villaggio di Woodstock, nella contea di Ulster dello stato di New York, un luogo dall’atmosfera ritirata e tranquilla. Presto, però, immaginarono di realizzare al suo posto un più ambizioso festival musicale e artistico. Roberts era incerto se abbandonare l’iniziativa, consolidando le perdite che vi aveva subito; infine la sua decisione fu di restare nel gruppo e finanziare il Festival.
Un festival omonimo è stato riproposto ogni dieci anni dopo l’originale e, nel 1994, per celebrare i venticinque anni da allora; ogni volta vengono ospitati nuovi artisti, assenti nelle edizioni precedenti, insieme a musicisti già esibitisi su quel palco: così questi eventi, ciclicamente, danno un’idea della trasformazione della società (in particolare negli Stati Uniti) dalla prima ispirazione hippie alle edizioni più recenti, che hanno visto anche episodi di violenza e una sfumatura commerciale ben lontani dall’atmosfera allegra e utopistica dei “figli dei fiori“.
Immagine d’apertura: foto del festival scattata il 17 agosto 1969 alla Woodstock Music and Art Fair. La persona che porta il cartello è Moonfire Lewis Beach Marvin III. Joe Cocker si esibisce sul palco.
Bibliografia e fonti varie
- Ernesto Assante, Gino Castaldo: Il tempo di Woodstock, Libreriauniversitaria
- Weston Blelock e Julia Blelock (a cura di), Roots of the 1969 Woodstock Festival: The Backstory to Woodstock, WoodstockArts, 2009, ISBN 978-0-9679268-5-8.
- Rob Kirkpatrick, 1969: The Year Everything Changed, Skyhorse Publishing, 2009, ISBN 978-1-60239-366-0.
- Artie Kornfeld, The Pied Piper of Woodstock, Spirit of the Woodstock Nation LLC, 2009, ISBN 978-0-615-32599-6.
- Michael Lang, Woodstock Experience, Genesis Publications, 2009, ISBN 978-1-905662-09-8.
- Michael Lang, The Road to Woodstock, Ecco Publishing, 2009, ISBN 978-0-06-157655-3.
- Joel Makower, Woodstock: The Oral History, 40th Anniversary Edition, SUNY Press/Excelsior Editions, 2009, ISBN 978-1-4384-2974-8.
- James E. Perone, Woodstock: An Encyclopedia of the Music and Art Fair, Westport, CT, Greenwood Press, 2005, ISBN 978-0-313-33057-5.
- Joel Rosenman, Young Men With Unlimited Capital: The Story of Woodstock, Scrivenery Press, 1999, ISBN 978-1-893818-02-6.
- Anthony M. Casale, Philip Lerman: Where have all the flowers gone – The fall and rise of the Woodstock generation, Andrews McMeel Pub 1989, ISBN 0-8362-1847-7