Il 29 dicembre 1978 entra in vigore in Spagna la nuova Costituzione democratica, ponendo fine al regime autoritario franchista.
La morte del dittatore Francisco Franco, avvenuta il 20 novembre 1975, portò alla proclamazione, il 22 novembre, di Juan Carlos di Spagna come re, e poco dopo, nel luglio del 1976,alla formazione di un governo presieduto da Adolfo Suárez González, una delle figure all’interno del regime che sostenevano la transizione verso la democrazia. Il Governo inviò alle Camere nell’ottobre 1976, un progetto di Legge per la Riforma politica, che fu approvato dalle Camere e poi sottoposto a referendum secondo tutti i requisiti previsti dalle Leyes Fundamentales franchiste (Leggi Fondamentali dello Stato).
Questa Legge per la Riforma politica spagnola del 1977 supponeva una notevole alterazione delle leggi fondamentali; pur senza introdurre essa stessa un sistema democratico-costituzionale rendeva possibile la creazione di questo, derogando, così, il regime franchista. La legge si inseriva formalmente nell’ordinamento vigente (la sua disposizione finale la definiva espressamente come Legge fondamentale), ma differiva radicalmente nel suo spirito da questo ordinamento in quanto: riconosceva i diritti fondamentali dell’uomo come inviolabili (articolo 1), conferiva la potestà legislativa esclusiva alla rappresentanza popolare (articolo 2), prevedeva un sistema elettorale ispirato ai principi democratici e di rappresentanza proporzionale.
In seguito il Regio decreto legge 20/1977 regolò il procedimento per l’elezione delle Camere, elezione che si portò a termine il 15 giugno 1977, con le prime elezioni libere dal febbraio 1936.
Uno degli obiettivi prioritari delle Camere fu così la redazione di una Costituzione. La Legge di Riforma politica prevedeva la possibilità che l’iniziativa di riforma costituzionale fosse presa dal Governo o dal Congreso de los Diputados (Congresso dei deputati) e fu scelta questa seconda opzione.
La Comisión de Asuntos Constitucionales y Libertades Públicas (commissione riguardo alla Costituzione e le libertà pubbliche) del Congresso nominò una Sottocommissione di sette deputati che elaborò una bozza di Costituzione. La bozza venne discussa nell’ambito della Commissione e, posteriormente, fu discussa e approvata dal Congresso. In seguito si procedette all’esame da parte della Comisión Constitucional del Senado (Senato) e dell’assemblea plenaria dell’organo.
La discrepanza tra il testo approvato dal Congresso e quello approvato dal Senato rese necessario l’intervento di una commissione mista, Congresso-Senato, costituita da sette parlamentari, che elaborò un testo definitivo. Questo fu votato e approvato dalle due Camere riunite il 31 ottobre. Sottoposto a referendum, che lo ratificò il 6 dicembre 1978 con l’87,78% dei votanti, fu promulgato il 27 dello stesso mese dal Re e pubblicato nel BOE (Bollettino Ufficiale Spagnolo) il 29 dicembre (si evitò il giorno 28 poiché coincideva con la festa dei Santi Innocenti, tradizionalmente dedicato agli scherzi), entrando così in vigore. Da allora il giorno 6 dicembre costituisce in Spagna un giorno di festa nazionale, il Día de la Constitución.
Immagine d’apertura: proclamazione del nuovo re Juan Carlos, il quale diede inizio alla transizione democratica che portò alla Costituzione.
Bibliografia e fonti varie
- Botti, A., Adagio C.: Storia della Spagna democratica. Da Franco a Zapatero, Mondadori, 2006.
- Carr, R.: España de la Restauración a la democracia. (1875 – 1980). Ed. Ariel. Barcelona, 1983.
- Carr y Fusi, J.P.: España de la dictadura a la democracia. Barcelona, 1979.
- Cebrián, J.L.: La España que bosteza. Apuntes para una historia crítica de la transición. Ed. Taurus. Madrid, 1980.
- Martínez Cuadrado, M.: “El escenario político español en la perspectiva 1975”. En Anuario Económico y social de España. 1975. Ed. Planeta. Barcelona, 1976.
- Preston, P.: El triunfo de la democracia en España: 1969-1982. Plaza y Janés. Ed. Barcelona, 1986.
- Zambrana, J.: La alternativa libertaria (Catalunya 1976 – 1979). Ed. Fet a mà-CEDALL. Badalona, 2000.