Archiviata la gestione commissariale, seguita allo scandalo che ha visto al centro Rodolfo Fiesoli e i suoi più stretti collaboratori, la Cooperativa Agricola Il Forteto si rimette in cammino. In un comunicato, ora che ha eletto i nuovi vertici, la cooperativa spiega che sta ripartendo «nel segno del rinnovamento e della discontinuità con il passato». Una ripartenza ritardata dall’emergenza sanitaria ma adesso avviata a pieno regime.
La cooperativa ha un nuovo consiglio di amministrazione, eletto nelle scorse settimane dall’assemblea dei soci su proposta del commissario governativo Jacopo Marzetti e dopo la consultazione del tavolo con i componenti dei sindacati e delle associazioni di categoria. È composto da Maurizio Izzo (presidente), Sandra Guidi (vice presidente), Fabio Bascherini, Max Fiesoli e Leonardo Pratesi (consiglieri).
Con la conclusione della gestione commissariale, la cooperativa torna ora pienamente padrona del proprio destino.
«Si tratta con tutta evidenza di un rinnovamento radicale in piena discontinuità con le gestioni passate e che porta tre giovani soci lavoratori a far parte dell’organismo di gestione della cooperativa – dice il nuovo presidente del Forteto, Maurizio Izzo – Primo atto del nuovo cda è stato quello di richiedere e ottenere dagli istituti finanziari la concessione del prestito necessario a onorare l’impegno preso dal commissario governativo e fatto proprio dall’assemblea della cooperativa, relativo all’indennizzo delle vittime riconosciute dalla sentenza della Corte di cassazione».
«Con questo atto si chiude la tormentata stagione che ha visto la cooperativa al centro di una complessa vicenda giudiziaria a cui oggi può a buon titolo dirsi completamente estranea. Durante la gestione commissariale è stata infatti sciolta sia l’associazione che la fondazione Forteto e sono stati allontanati tutti i soggetti a qualsiasi titolo coinvolti nelle vicende giudiziarie», sottolinea Izzo.
Oggi la Cooperativa Agricola Il Forteto è una realtà fatta di oltre 80 dipendenti e nell’ultimo anno è stata oggetto di un grande ricambio generazionale e professionale che ha interessato il 25% della forza lavoro inserendo soprattutto giovani del territorio. I soci della cooperativa sono 70 tra cui gli allevatori che conferiscono annualmente circa 5 milioni di litri di latte. L’attività primaria della cooperativa è la lavorazione di latte ovino e bovino per la produzione di formaggi esportati in oltre 30 paesi del mondo dagli Stati Uniti al Giappone.
È proprio la crisi dell’export che vale oltre il 40% del fatturato della cooperativa a preoccupare in questa fase per gli effetti legati alla pandemia.
«I primi due mesi di attività di quest’anno erano stati all’insegna della ripresa del mercato nazionale e soprattutto di quello estero, ma la pandemia ha inferto un colpo che dovrà essere assorbito – conclude Izzo – Anche per questo la cooperativa ha chiesto e ottenuto di accedere ai finanziamenti bancari previsti dalla legislazione emergenziale varata dal governo».