Fotografare il suono. Un viaggio audiofilo

Trasformare il suono in immagini, dando forma all’invisibile. È questa l’ultima sfida di Carlo Cantini, il decano dei fotografi fiorentini. Con questo lavoro, aggiunge un importante nuovo tassello a una ultra-sessantennale attività fatta di ricerca e innovazione, che lo ha portato ad affermarsi a livello nazionale e internazionale. “Fotografare il suono. Un viaggio audiofilo” è il nome del volume che esplora, attraverso un vero e proprio racconto fotografico, la storia di un’azienda toscana, Gold Note, ormai riconosciuta come punto di riferimento nel settore audio High-End. L’impresa, che esporta in tutto il mondo, nel 2022 celebra il decennale di attività.

Per realizzare il suo reportage, Cantini ha trascorso mesi a contatto con chi il suono lo ‘tocca’ ogni giorno attraverso gli impianti di riproduzione, documentando tanto le intense fasi di lavoro necessarie alla creazione di oggetti complessi e performanti quanto le pratiche di ascolto della comunità di riferimento, i cosiddetti audiofili, gli “amanti del suono”. L’approccio adottato in questo progetto è mutuato dalla fotografia etnografica: si guarda all’audiofilia come a una vera e propria cultura, con un patrimonio condiviso e codificato di conoscenze, competenze, saperi ed esperienze. E, come un esploratore Carlo Cantini ha saputo trasformare il complesso sistema esperienziale dal quale ha origine un modello attento e raffinato di fruizione della musica in qualcosa di tangibile e visibile. I suoi scatti ci documentano la progressiva confidenza che il maestro instaura con ogni ambiente e con il compito di “fotografare il suono”, le illuminazioni che raccoglie, le idee che cambiano, le congetture e le conferme che ricava lungo il percorso. Nelle sue fotografie si celebrano rapporti, passaggi di saperi, legami di cooperazione. Per realizzare questo volume, è entrato nelle case degli audiofili, li ha osservati nei loro ambienti di ascolto, là dove usualmente si celebra la cultura della buona riproduzione sonora; poi ha visitato Gold Note, e il suo sguardo si è posato sui luoghi della produzione, con il dinamismo che si respira tra i banchi di lavorazione e le proficue interazioni che avvengono tra i lavoratori; ha colto la bellezza del paesaggio che circonda la fabbrica, adagiata sulle colline di Montespertoli, quella stessa bellezza che si rispecchia nel design dei prodotti e che le sue foto hanno saputo cogliere nelle diverse stagioni dell’anno; infine ha cercato di catturare l’elemento più inafferrabile – eppure essenziale – quello della creatività, che dà senso all’intero progetto.

Riflettendo sul proprio lavoro, Cantini osserva: “Il fotografo ha sempre a che fare con qualcosa di invisibile. Ha i suoi codici per tirar fuori qualcosa che non si potrebbe vedere. E tuttavia è sempre una sfida. La prima volta che sono entrato nella casa di un audiofilo, ho visto questo oggetto così mastodontico, inserito in un ambiente spoglio, come alcune chiese di campagna. Sembrava un altare. Poi ho capito che là attorno effettivamente si svolgeva un rito, di cui gli audiofili sono gli officianti. Un rito privato, lungo, che non serve ad assegnare uno status a chi lo esercita. È qualcosa che ricompensa nell’esperienza stessa. Ogni audiofilo ha il suo rito, ha la sua collezione, ha arredato la sala d’ascolto a modo suo. Ha le sue idee su come l’impianto deve suonare un determinato disco. Fotografando questi riti, con le loro pose, le emozioni che liberano, la concentrazione che richiedono, mi è sembrato davvero di star fotografando il suono”.

Edito da La Casa Usher, “Fotografare il suono. Un viaggio audiofilo” è disponibile in tutte le librerie al prezzo di 35 €.

Carlo Cantini (Firenze, 1935) in seguito a una formazione tecnica, nel 1968 apre uno studio fotografico a Firenze. Frequenta i vivaci ambienti artistici dell’epoca, fino a diventare un punto di riferimento nel campo della fotografia d’arte. Il suo sguardo si concentra sulle opere d’arte come sugli artisti nei loro ambienti di lavoro e nei momenti più personali. Nel corso degli anni, ha fotografato Burri, Ceroli, Bagnoli, Salvadori, Rauschenberg, Lichtenstein, Pistoletto e molti altri personaggi che operano nell’ambito dell’arte moderna e contemporanea. Ha pubblicato svariati libri sulle arti del tempo passato e presente. Durante la sua lunga carriera, ha partecipato a mostre nazionali e internazionali. Le sue opere sono conservate da musei e collezioni private.

La Casa Usher è un’impresa editoriale specializzata nel teatro militante, nell’editoria d’arte e nella critica dell’economia politica. Fondata a Firenze negli anni Ottanta del secolo scorso, è nota nel panorama culturale italiano come un modello di editoria di progetto, oltre che per l’eleganza delle sue pubblicazioni. Nel suo catalogo compaiono, tra gli altri, i nomi di Sigmund Freud, Michel Foucault, Alessandro Fontana, David Harvey, Omar Calabrese, E.P. Thompson.

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