Gli uomini e le donne, fedelissimi del Presidente del Consiglio, ogni qual volta si trovano a parlare di fisco di fronte ad una telecamera, fanno dichiarazioni di buon senso e con maestria comunicativa, cercano di rendere meno amara agli italiani la pillola del pagamento delle imposte. Costoro, fra un sorriso ed una battuta, dichiarano che con il governo Renzi finalmente il rapporto fra il cittadino e il fisco, in questo benedetto Paese è stato, “vivaddio”, semplificato. Annunciano in forma solenne: “finalmente il 730 arriverà a casa precompilato”. I contribuenti tirano un sospiro di sollievo, almeno eviteranno file e perdite di tempo per fare il proprio dovere di cittadini che pagano le imposte. Nulla di tutto ciò è vero. La comunicazione impone le sue regole e le sue bugie. A casa non suonerà nessun postino per consegnare una busta con dentro il modello 730 già fatto. In quella busta al massimo ci sarà un PIN o meglio un mezzo PIN (la rimanente metà va richiesta tramite internet al sito dell’Agenzia delle Entrate). Con il numero così completo il contribuente a partire dal 15 aprile, potrà accedere on line al proprio “cassetto fiscale” e dopo aver letto un manuale d’istruzione di non so quante decine di pagine, accertare la correttezza o meno dei dati che l’Agenzia delle Entrate ha inserito: cud, spese assicurazioni, mutui per acquisto o ristrutturazione ecc. Verificare se i dati contenuti sono da integrare, in riferimento al complesso sistema delle detrazioni e deduzioni fiscali. La prima è una riduzione dell’imposta, la seconda una riduzione dell’imponibile del reddito su cui l’imposta agisce. Solo dopo aver superato questo tragitto ad ostacoli inviare sotto la propria responsabilità il tutto all’Agenzia delle Entrate. Con queste brevi premesse è chiaro, come l’acqua di sorgente, che l’auspicata semplificazione fiscale è ancora lontano dall’essere realizzata. Noi rimaniamo fiduciosi, ma è evidente che non è sufficiente che le cose siano annunciate per vederle realizzate concretamente. Dal punto di vista comunicativo una volta che una cosa è stata detta è già vecchia quando viene fatta. Ma noi siamo di una generazione a cui piace vedere e toccare le cose, siamo più interessati ai fatti che non ai discorsi. In questo caso va a pennello il vecchio adagio che recita: “fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Perciò ai lavoratori, ai pensionati, che difficilmente si sapranno orientare nel “semplificato mondo fiscale” della Nuova Era Renziana, ci permettiamo di dare un consiglio, prendete l’appuntamento e rivolgetevi ad un Caaf per il disbrigo delle pratiche fiscali. A onor del vero, per partigianeria dichiarata, meglio se l’appuntamento lo prendono al Caaf della Cgil Toscana.
Manuele Marigolli