ROBERTO BARNI. Opere 1978-1990 Testo critico di Gérard-Georges LemaireGalleria Open Art, Prato Mostra prorogata fino al 9 marzo 2024 La Galleria Open Art di Prato proroga fino al 9 marzo 2024 la mostra personale di Roberto Barni (Pistoia, 1939), artista che ha fatto parte di una generazione di pittori e scultori capaci di inventare una nuova forma di figurazione. L’esposizione, intitolata Opere 1978-1990, è accompagnata da una monografia curata da Mauro Stefanini con un testo di Gérard-Georges Lemaire, che ricostruisce l’intera vicenda critica di Roberto Barni, dalla formazione agli anni Ottanta, anche attraverso la partecipazione ad importanti esposizioni nazionali e internazionali, premi, collezioni e opere d’arte installate negli spazi pubblici.La mostra ripercorre la produzione pittorica di Roberto Barni che, dopo le esperienze pop e concettuali, approda a un “Rinascimento sognato”. Si tratta della pittura anni Ottanta, dove le composizioni presentano, come indicato dal critico Lemaire, un ambiente dove «tutto è irreale e prodotto da associazioni spesso giocose dove l’umano è al centro delle sue preoccupazioni».L’uomo si manifesta nelle composizioni di Barni tramite diversi personaggi, che traggono riferimento dalla mitologia e dalla letteratura cavalleresca, tutti rappresentati in uno stato di lotta continua, a simboleggiare la perenne condizione di contrasto con le vicissitudini che attanagliano la società. Da Sisifo ai pastori addormentati, passando per l’uomo bendato, concludendo con i cavalieri. Le armature pesanti, un tempo utilizzate per battagliare, divengono elemento di protezione e controffensiva verso le brutture che pervadono il mondo. È un’ironia fredda quella di Barni, «l’eroe si è armato per dar da mangiare alle oche, non è lì per evocare guerre sanguinose o terribili assedi, ma piuttosto rappresentare l’unica vera forma di audacia», ovvero la salvaguardia dell’intima quotidianità.Il percorso espositivo comprende oltre trenta opere di diverso formato, tra cui una delle prime sculture: Cariatide del 1982. Uno dei dipinti esposti è stato acquisito dalla Fondazione VAF-Stiftung di Francoforte per il Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.La Galleria Open Art promuove il lavoro di Roberto Barni dal 2001, anno di inizio della propria attività, attraverso esposizioni collettive, fiere d’arte e pubblicazioni dedicate all’arte contemporanea.La mostra è visitabile da lunedì a venerdì con orario 15.00-19.30, sabato ore 10.30-12.30 e 15.00-19.30, chiuso domenica e festivi. Ingresso libero. Catalogo Edizioni Masso delle Fate, Firenze, 2023, con ampia antologia critica e apparato iconografico. Per informazioni: Tel. +39 0574 538003, galleria@openart.it, www.openart.it.Roberto Barni è nato il 30 settembre 1939 a Pistoia. Attualmente vive e lavora a Firenze. Dopo gli esordi nel 1960 con pitture di materia rossa, passerà poi alle provocazioni del “necrologio” e della “resurrezione”, ma anche dalle topografie e i paesaggi delle scene di vita urbana. Nel 1963 ottiene la Borsa di Studio del Comune di Firenze. Nel 1965 sarà invitato a “Revolt 1 reportage e rivoluzione”, prima mostra dedicata alle ultime tendenze dell’arte contemporanea europea. Gli anni Settanta e Ottanta sono anni in cui il suo lavoro ottiene una sempre maggiore attenzione e viene esposto nelle principali e storiche gallerie italiane quali La Salita e le gallerie Pio Monti e Cleto Polcina, ma anche L’Ariete di Milano. Partecipa nel 1982 al “Festival dei Due Mondi” di Spoleto e nel 1984 e 1988 alla Biennale di Venezia. Del 1985 è la sua grande mostra alla Sala D’Arme di Palazzo Vecchio a Firenze. In seguito esporrà alla galleria Eolia e alla galleria Maeght di Parigi e con Gerard Georges Lemaire in anni successivi ci saranno le mostre al Centre Pompidou di Parigi, le mostre sui caffè letterari a Caen e la mostra personale al Museo di Besancon. Questi sono anche gli anni americani: nel 1985 espone a New York da Debora Scharpe e poi da Marisa Del Re e Di Laurenti. Il 1985 è anche l’anno della mostra sull’arte italiana all’Hirshhorn di Washington D.C. e all’Akron Museum nell’Ohio. Nell’86-87 avrà uno studio a New York e la sua personale al Queens Museum. Nel 1987 partecipa alla mostra “Avangarde in the Eighties” al County Museum di Los Angeles. Degli anni Novanta sono le mostre personali ai Musei di Belle Arti di Budapest e di Reims, al Museo Marino Marini di Firenze e al Palazzo Fabroni di Pistoia. |
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