L’assolutismo del Covid19 impone un forte cambiamento dello stile di vita: stare a casa e, possibilmente, evitare di sviluppare disagi psicologici altrettanto contagiosi.
Tra i genitori alle prese con l’intrattenimento dei figli piccoli anche i più volenterosi, talvolta, affrontano l’imbarazzo di non averne affatto voglia.
Per questi casi è pronta una buona notizia: non è per niente necessario, e anzi controproducente, accettare sempre e comunque la richiesta di giocare insieme da parte dei bambini.
È normale che essi richiedano la presenza di mamma e papà nei loro giochi, perché tutto prende un sapore diverso: si sentono importanti, accolti e amati a più non posso. Da sapere, però, che una richiesta esplicita del tipo: “Mamma vieni a disegnare con me?” ne nasconde un’altra inconsapevole che suona più o meno così: “Vuoi stare bene con me facendo una cosa insieme?”.
Qui è il punto. Se ci si sente troppo stanchi o angosciati dalla pandemia è meglio non forzarsi a giocare, perché le antenne emozionali dei più piccoli captano perfettamente se si ha il piacere di farlo oppure no.
Quando avvertono il bluff, i bambini ci rimangono male e possono esprimere irrequietezza per qualcosa che sentono “di pancia” ma non possono affrontare apertamente perché, di fatto, il genitore c’è.
Allora che si fa? Si ricorre alla raccomandazione scientifica di dire sempre la verità ai figli. Se si ammette che in un dato momento non si ha voglia di giocare – ma magari domani sì – non si fa alcun danno e, piuttosto, si favorisce l’aumento della fiducia nell’autorità genitoriale, si rafforza il legame di affetto e si insegna una salutare coerenza tra la sincerità con se stessi e con gli altri.