L’artista in The Contact, crea un ponte tra fisico e digitale realizzato non più sul supporto tradizionale per eccellenza, la tela, bensì su quello di ultima generazione: lo schermo. La tela e i colori vengono costituiti dalla frammentazione e dall’esplosione dei cristalli liquidi che rappresentano i veri protagonisti delle sue opere. Matteo Mandelli, sceglie lo schermo come supporto, in quanto simbolo del progresso tecnologico e il flessibile da taglio come pennello contemporaneo. Al momento del contatto, con la rottura dei cristalli liquidi, si vanno a generare dei nuovi colori che a loro volta originano nuovi orizzonti. Sono proprio questi i nuovi piani di lettura a formare l’opera, una generazione digitale su un supporto fisico. La particolarità di questa operazione è la capacità dell’artista di trasformare un concetto infinito ed eterno, come la tecnologia, in qualcosa di mutabile. L’opera cambierà nel tempo e invecchierà assieme al suo proprietario fino a spegnersi. Ogni schermo è accompagnato dal suo corrispettivo Nft a testimonianza del primo contatto che si crea tra l’artista e l’opera. Quando lo schermo cesserà di funzionare, diventerà lui stesso la testimonianza, mentre la sua controparte digitale diventerà l’opera vera e propria, in quanto ne permette una conservazione e una fruizione. La mostra vuole essere un manifesto dell’arte Phygital nel senso più profondo del termine, finora poco conosciuto al grande pubblico. Un progetto di carattere artistico-culturale, sociale e innovativo. L’esposizione è l’occasione per venire a conoscenza e a contatto diretto con una delle micro-avanguardie che si sta sviluppando sempre più velocemente a livello globale. Si ritiene che da qui al 2030 avrà un suo riconoscimento e valore all’interno del sistema dell’arte. Il visitatore ha quindi la possibilità di osservare e partecipare alla nascita del contatto attraverso cui il fisico e il digitale interagiscono tra loro arrivando a fondersi completamente e vivere un’esperienza immersiva e interattiva a 360 gradi. La mostra si apre con una proiezione di forte impatto emotivo e sensoriale, accompagnata dalle ultime opere inedite realizzate dall’artista. In quanto mostra phygital, saranno presenti dei lavori attraverso i quali lo spettatore sarà chiamato a interagire direttamente creando un’esperienza partecipata. Di particolare interesse è l’installazione site-specific realizzata da Holy Club e seguita da Adriano Lombardo che vedrà il pubblico indossare un casco che capta le onde celebrali, permettendo di co-creare un’opera sulla base delle emozioni percepite. Una sperimentazione in cui arte, tecnologia e neuroscienza si uniscono costituendo un’esperienza inedita ed emozionale. “Matteo Mandelli è un artista che ha saputo abbracciare il proprio tempo in tutta la sua contemporaneità, grazie a un lavoro di sperimentazione maturato nel corso degli anni. È riuscito ad incidere l’inizio di un percorso inedito e a dare vita a una dimensione temporale che si annulla nel momento in cui il fisico entra in contatto con il digitale, fatta di ricerca, gestualità, segno e desiderio di toccare una realtà ignota ancora da esplorare – afferma la curatrice Alisia Viola -. Attraverso un’azione incisiva e allo stesso tempo poetica, il segno di Mandelli irrompe nel supporto digitale, generando un cambiamento sin dal primo contatto tra il fisico, assumendo sempre nuove sembianze e nuove visioni. Matteo squarcia la bidimensionalità dello schermo aprendo una nuova dimensione artistica, ma soprattutto filosofica. Il suo è un chiaro gesto di rottura oltre i limiti imposti dall’arte più tradizionale, al contempo è il frutto di uno studio e di una riconoscenza verso i grandi maestri del passato”. |