L’istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea ha confermato alla presidenza Giuseppe Matulli. Arriva per la prima volta una donna alla vicepresidenza, Camilla Brunelli (dirige il Museo della Deportazione a Prato), che affiancherà Roberto Bianchi, al secondo mandato in questo ruolo. Confermato nell’incarico di direttore Matteo Mazzoni. L’ufficio di presidenza è stato eletto nei giorni scorsi dal nuovo consiglio composto da Franca Maria Alacevich, Pier Luigi Ballini, Leonardo Bianchi, Luca Brogioni, Pietro Causarano, Francesca Cavarocchi, Paul Corner, Valeria Galimi, Stefano Grassi, Gianluca Lacoppola, Andrea Morandi, Mario Rossi, Irene Stolzi, Diana Toccafondi e Luigi Tomassini.
L’Istituto è pronto a confrontarsi con il presente drammatico della pandemia che ha effetti in campo culturale e sociale pesantissimi: nello snodo tra presente e futuro è decisiva la consapevolezza della conoscenza storica. In ponte, pandemia permettendo, ci sono – tra i diversi progetti di studio – l’organizzazione di un confronto nazionale sull’Italia del 1940 e l’avvio di una ricerca finalizzata alla mappatura degli archivi delle fabbriche del territorio fiorentino che verrà condotta insieme alla Camera del Lavoro. Numerose le attività per la didattica, la formazione e per promuovere la public history.
«C’è adesso una sfida che attende tutto il mondo nella trasformazione indotta dalla pandemia e che si riverbererà anche nel dopo-Covid: – mette in evidenza Giuseppe Matulli – si tratta di una rivoluzione del modo di operare, in quasi tutti i campi, che rafforza la necessità di presidi culturali per non consentire di perdere di vista il passato, nella libertà del dibattito storico, per affrontare le sfide del tutto nuovo del futuro che ci attende».
La rete provinciale degli istituti storici è attiva più che mai. «Ancora di più in questa fase di grave crisi e profonde trasformazione, l’Istituto, nella sua identità plurale di ente di ricerca, conservazione, progettazione didattica e culturale, intende essere a servizio del territorio per promuovere consapevolezza e conoscenza storica», sottolinea il direttore Matteo Mazzoni.
«L’istituto storico toscano della resistenza e dell’età contemporanea giunge a questa sfida storica del Covid, e del dopo pandemia, con la qualificazione costruita nel passato sulla affidabilità della sua ricerca storica e della sua divulgazione, per le numerose dimostrazioni di autonomia e libertà di ricerca ai sui temi più delicati, a cominciare da quello dei confini orientali – sottolinea ancora Matulli – Questa qualificazione spiega come sia stato possibile ottenere la disponibilità di tante persone autorevoli e qualificate a partecipare alla elezione del nuovo organo direttivo, a dimostrazione della credibilità dell’Istituto e del prestigio acquisito in passato e rafforzato dalle nuove adesioni».