La villa La Ferdinanda di Artimino ospita da sabato 6 aprile In a silent way, la mostra del fotografo fiorentino Rossano B. Maniscalchi, allestita nella Sala degli armigeri, con inaugurazione alle 17. Inserita nel cartellone di Artimino Contemporanea, programma culturale firmato Tenuta di Artimino in collaborazione con Florence Biennale, la mostra proseguirà fino a venerdì 12 aprile.
L’esposizione permette al pubblico di ammirare il fascino cinematografico della fotografia di Maniscalchi, ma anche di utilizzare le foto quale specchio per una introspezione personale.
Come spiega Jacopo Celona, direttore di Florence Biennale, «la selezione delle opere per la mostra, e il percorso ch ne scaturisce, riflettono il lavoro di una vita; la ricerca costante, a volte solitaria, di Maniscalchi, si snoda attraverso varie tematiche, come la relazione tra umanità e natura, le passioni carnali, il trascendentale, l’elaborazione della morte e il rapporto tra il bene e il male in una visione onirica e al tempo stesso concreta. Nonostante la sua natura di artista cosmopolita, ma innamorato della Toscana sua terra d’origine, Manisalchi ha scelto la Tenuta di Artimino come palcoscenico per la mostra In a silent way, tra le cui opere figurano diversi scatti inediti realizzati di recente proprio presso la Tenuta. Però – conclude Celona – tra tutti gli scatti in mostra, una foto sintetizza perfettamente la ricerca poetica ed estetica di Maniscalchi: Light of Humanity ispirata al celebre Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci in una trasposizione metafisica del celebre disegno del genio di cui ricorre il 500° della morte».
Con l’edizione 2019 di Artimino Contemporanea, Tenuta di Artimino ha varato un programma che coniuga arte, tradizione e territorio a conferma del suo obiettivo fondante: valorizzare e diffondere l’arte e la cultura contemporanea attraverso l’organizzazione di eventi ed esposizioni in una cornice d’eccezione come quella della Villa Medicea della Tenuta, “La Ferdinanda”, costruita nel 1596 per volere del Granduca Ferdinando I de’ Medici (Patrimonio Unesco dal 2013).