I cinesi di Prato in una prospettiva europea, Thierry Mariani incontra vicesindaco e presidente della Regione

Questa mattina il vice sindaco e assessore alle Politiche per la Cittadinanza Simone Faggi ha incontrato, insieme al Prefetto Maria Laura Simonetti, il presidente della Commissione migrazioni, rifugiati e profughi del Consiglio d’Europa, Thierry Mariani, che si trova in Italia in vista della preparazione del suo rapporto “Le migrazioni cinesi verso l’Europa – sfide e opportunità”. Mariani infatti è anche relatore per il Consiglio d’Europa sull’immigrazione cinese in Europa.
«Si conferma – dice il vice sindaco e assessore alle Politiche per la Cittadinanza Simone faggi – l’attenzione da parte dell’Europa nei confronti del nostro territorio e della nostra città in particolare. Con Thierry Mariani abbiamo condiviso modalità e analisi in prospettiva europea circa il fenomeno dell’immigrazione, in particolare della comunità cinese, sul territorio europeo».
Durante la visita, organizzata dalla Regione Toscana, Thierry Mariani e il suo staff, hanno visitato il Macrolotto uno, sede di molte fabbriche cinesi, e incontrato in Palazzo comunale le istituzioni e alcune cooperative con le quali hanno approfondito il tema dell’inclusione sociale.
Nel pomeriggio l’incontro anche con il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Il presidente della Regione è stato netto, tanto nel ribadire alcuni concetti e idee già espressi quanto nel dichiarare che le situazioni di illegalità vanno sanate. “Intendiamo agire con gradualità per legalizzare e bonificare il Macrolotto – ha detto – perché diventi un colosso legale del tessile, un distretto legale e produttivo come in Toscana ce ne sono tanti. Su una cosa non intendo transigere: gli imprenditori cinesi devono capire che si deve lavorare in sicurezza e che non si può mangiare e dormire nello stesso posto in cui si lavora. I 74 ispettori della sicurezza che abbiamo assunto servono a verificare che queste condizioni minime ci siano. O su questi punti ci si mette in regola o non si sta in Toscana”.

Nel corso del colloquio con Mariani, Rossi ha parlato della necessità di una legge nazionale per favorire l’emersione, dell’opportunità di premiare gli imprenditori virtuosi, della necessità di stabilire per legge un salario minimo per i lavoratori, dicendosi convinto che si debba intervenire con serietà e gradualità, senza “girare la faccia dall’altra parte” o pensare che le cose si possano risolvere da un giorno all’altro.
“Credo – ha concluso il presidente Rossi – che lo Stato non abbia ancora compreso bene la portata di questo problema e da Roma mi aspetterei di più di quanto fatto finora. Siamo all’emergenza umanitaria e sotto il profilo della sicurezza. Non servono spot ma una presenza più assidua e costante. A Palazzo Chigi ci hanno detto che sarebbero tornati a Prato e nel frattempo noi abbiamo fatto accordi con Prefetture e Procure e siamo andati avanti con il nostro progetto”.

Il presidente della Regione, infine, si è detto disponibile a raddoppiare, qualora ce ne fosse bisogno, tecnici ed investimenti, ricordando di aver concordato con il sindaco di Prato l’assunzione di altri vigili urbani per aumentarne il numero e la presenza nei quartieri.
Il presidente Mariani ha parlato di Prato come di un esempio unico in Europa di una così grande concentrazione di cinesi in una città di medie dimensioni, ma anche di “una opportunità e di una sfida per affrontare insieme e risolvere il problema della sicurezza”. Il presidente della Commissione migrazioni ha detto che “la Regione Toscana dopo la tragedia del dicembre scorso ha preso misure giuste per l’assunzione dei controllori e al tempo stesso continua il lavoro di Comune e Provincia sul territorio. Così credo che riusciremo a risolvere il problema. L’immigrazione cinese, che è pacifica e che non pone problemi di ordine pubblico, occorre vederla come un’opportunità anche perché la Cina è uno dei più grandi mercati mondiali e tutti quelli con cui ho parlato stamani a Prato sono stati concordi nel dirmi che la città è riuscita a resistere alla crisi anche grazie ai cinesi”.

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