Quali sono in Italia i livelli di hate speech, linguaggio volgare, aggressività verbale e discriminazione nello sport? Mercoledì 25 ottobre, ore 11 al Foro Italico in Roma, sarà presentata la ricerca realizzata nel progetto Odiare non è uno sport
Qual è il livello di hate speech online in ambito sportivo? In quali forme si sviluppa maggiormente e nei confronti di chi? Quali possono essere gli strumenti di prevenzione e contrasto al fenomeno? È quanto spiega e analizza il Barometro dell’Odio nello Sport, ricerca realizzata dal centro Coder dell’Università di Torino nell’ambito del progetto Odiare non è uno sport. Lo studio, sarà presentato mercoledì 25 ottobre alle ore 11, nella Sala Presidenti del CONI a Roma (Piazza Lauro De Bosis 15), alla presenza del Presidente del CSI, Vittorio Bosio, del Presidente della LIBERTAS, Andrea Pantano, e del Segretario generale del CONI, Carlo Mornati.
Il Barometro, giunto alla sua seconda edizione, permette una comparazione con gli anni precedenti, individuando trend e cause dello sviluppo dell’hate speech e proponendo forme di prevenzione e contrasto a uno dei fenomeni più drammaticamente dirompenti dello sport contemporaneo.
L’aumento dell’hate speech in rete, la discriminazione al ribasso ed altri significativi dati della rilevazione saranno analizzati ed illustrati nel corso della conferenza stampa da Giuliano Bobba, professore Università di Torino Dipartimento di Culture, Politica e Società, e da Antonella Seddone, professoressa Università di Torino, Dipartimento di Culture, Politica e Società, insieme ad altri esperti del settore e del progetto.
Odiare non è uno sport è un progetto promosso dal Centro Volontari Cooperazione allo Sviluppo, in partenariato con 7 ONG italiane con ampia esperienza nell’educazione alla cittadinanza globale: Amici dei Popoli ONG, ASPEm, CELIM Milano, COMI – Cooperazione per il mondo in via di sviluppo, Cope Cooperazione Paesi Emergenti, LVIA, Progettomondo; gli Enti di Promozione Sportiva Centro Sportivo Italiano e Centro Nazionale Sportivo Libertas; Informatici Senza Frontiere APS e ImpactSkills per lo sviluppo delle soluzioni tecnologiche, e due Atenei (Università degli Studi di Torino e Università degli Studi di Trieste) per la realizzazione della ricerca e la supervisione scientifica. Il progetto è realizzato con il sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo