Il Consorzio Vino Chianti vola a Mosca con il Gambero Rosso. Un grande evento in programma il 22 novembre per consolidare la presenza della Denominazione e proseguire con l’attività promozionale che ha già portato il consorzio in Russia nel corso di quest’anno. Il contesto prestigioso è il Gambero Rosso TreBicchieri, che raccoglie i vini italiani di altissimo livello e premiati con il massimo punteggio, “Tre bicchieri” appunto, dal Gambero Rosso. Qui il Consorzio avrà un’area dedicata con 15 aziende associate e un’ampia gamma di vini in esposizione. L’evento dal nome “Di Telegraph” prevede anche un seminario condotto dal curatore delle guide del Gambero Rossi Marco Sabellico e dedicato a professionisti del settore e stampa specializzata con una degustazione verticale di Riserve dal 2015 al 2006, una per ognuna delle 7 sottozone del Chianti.
«Dalla Russia ci aspettiamo risposte importanti anche se consapevoli che si tratta di un mercato difficile, in cui esistono forti restrizioni sulla commercializzazione dei prodotti alimentari, con un embargo che rallenta le importazioni e amplifica di molto gli adempimenti burocratici – dice Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – La nostra attività promozionale è indirizzata ad un pubblico con un’alta capacità di spesa che già conosce l’Italia e apprezza i nostri prodotti. L’obiettivo del Consorzio è rafforzare la nostra offerta nel Paese e consolidarne la posizione. Essere presenti a Mosca con il Gambero Rosso è di certo un bel biglietto da visita».
I numeri che raccontano i rapporti commerciali tra Italia e Russia sono incoraggianti. Secondo le rilevazione Nomisma Wine Monitor, dei 167 milioni di euro di vino fermo importato dall’Italia nel 2017, il 13% sono vini rossi Dop della Toscana, per un controvalore di 21 milioni di euro. Tra il 2012 e il 2017, le importazioni di rossi Dop toscani sono aumentate in Russia del 10,5%.
A livello generale, sempre facendo riferimento al periodo 2012-2017, l’import di vino in Russia è cresciuto dell’8%, con un buon recupero nel 2017 dopo un biennio 2015/16 di forte riduzione a causa della crisi del petrolio e della svalutazione del rublo. Le importazioni dall’Italia sono cresciute del 24%, per un valore di 255 milioni di euro, pari al 29% del totale, facendo del nostro paese il primo fornitore di vino della Russia.
«Partendo da questi numeri – aggiunge il presidente Busi – ci muoviamo per dare alle nostre aziende una posizione di rilievo in un mercato potenzialmente molto interessante. Il nostro vantaggio competitivo è nella qualità dei vini e in un marchio amato perché espressione del meglio del made in Italy».