Daniel non stava più nella pelle! L’ultimo ritrovato dell’informatica ludica, era nelle sue mani. Senza esitare, avviò il gioco, lasciando scorrere le immagini delle istruzioni. Non voleva perdersi un solo bit di piacere e, senza fretta, stava pregustando le delizie e le infinite sorprese che, per molto tempo, gli sarebbero state concesse. Già, perché la principale caratteristica del gioco, è la durata di ogni singola partita: almeno 20 miliardi di anni!
La prima cosa da scegliere, è lo scenario. Daniel, dopo averci pensato un po’, con fermezza decise di ambientare il tutto nell’universo, un ammasso di cellule suddivise in agglomerati vari chiamati pianeti, stelle, satelliti… Il suo obiettivo era di creare e preservare la vita sul pianeta Terra da tutte le minacce. E sì, perché dietro l’apparente tranquillità dello scenario, si celavano infinite insidie: piogge di meteoriti, collisioni fra pianeti, radiazioni cosmiche. La peggiore di tutte era il buco nero, un enorme ammasso di cellule ultra concentrate che, famelico più che mai, assorbiva tutto ciò che incontrava portandolo alla distruzione quasi repentina.
Silvio Pagano
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