Inferno di Roberto Castello vince il premio Ubu 2022 per la danza
Lunedì sera a Bologna l’annuncio del riconoscimento alla produzione di
Aldes
Il premio Ubu 2022 per la danza all’Inferno di Roberto Castello.
L’annuncio è arrivato lunedì sera (12 dicembre) al teatro Arena del Sole
di Bologna e in diretta radiofonica alla trasmissione Radio3 Suite di
Rai Radio3.
Per Roberto Castello, prima con Sosta Palmizi, quindi con Aldes, non è
la prima volta: nel 1986 ha vinto il premio con Il Cortile e in quel
caso fu la prima compagnia italiana non appartenente al mondo della
prosa ad essere premiata. Nel 2003, poi, era stato Il migliore dei mondi
possibili a ricevere il premio nella sezione teatro – danza, prima della
‘doppietta’ del 2018 con il premio speciale ad ALDES e all’attore Andrea
Cosentino.
Inferno ha debuttato nel novembre 2021 a Roma nell’ambito del Festival
Romaeuropa. È una coproduzione internazionale che ha coinvolto oltre a
Romaeuropa anche il Centre Dramatique National di Montpellier, il Centre
Choréographique National de Nantes e la Fondazione Tpe – Palcoscenico
Danza. Lo spettacolo ha già calcato palcoscenici internazionali, in
particolare in Francia e Belgio, e nel 2023 sarà ospite del Théâtre del
La Ville di Parigi assieme all’altra ‘creatura’ recente di Roberto
Castello: In girum imus nocte et consumimur igni.
Sul palco del teatro bolognese sono saliti tutti i protagonisti dello
spettacolo. Ai vincitori è stato chiesto di scegliere una parola da
commentare: “La parola che ho scelto – ha detto Roberto Castello, che
non ha nascosto la soddisfazione per il nuovo riconoscimento – è festa.
Perché io auguro al teatro di tornare ad essere un luogo di festa
popolare e non solo un lusso per una borghesia istruita”.
“Un Inferno piacevole, divertente, gioioso, altamente desiderabile –
così aveva raccontato il suo spettacolo il coreografo e regista –
pensato ribaltando il tòpos classico per farne un ragionamento sulla
condizione umana. Un inferno divertente, dunque, dove la dimensione
‘infernale’ sta nel desiderio spasmodico del riconoscimento sociale,
nella ricerca continua del fatto che altri ti diano dei feedback
positivi. Tutti cerchiamo di apparire migliori di quello che siamo. Ed è
proprio questa dinamica il motore di Inferno, che è poi il percorso
della nostra vita: consumarsi ogni giorno per il riconoscimento
sociale”.