Auditi, nella commissione guidata da Lucia De Robertis (Pd), i Gestori del servizio idrico integrato, l’Autorità idrica toscana, Cispel, Anci, Upi e l’assessora Monia Monni. All’ordine del giorno anche le nuove disposizioni finalizzate al conseguimento dei valori limite per il materiale particolato PM10 e il biossido di azoto NO2, con l’audizione dell’assessora Monni e dell’Anci
“Questi momenti di approfondimento sono utili a tutti noi, grazie del vostro punto di vista, delle vostre osservazioni e anche delle preoccupazioni, che sono anche le nostre, e per il lavoro che svolgete e per come rappresentate i servizi pubblici, che sono necessari perché la Toscana continui ad essere la Toscana”. Così Lucia De Robertis (Pd), presidente della commissione Territorio, ambiente, mobilità, infrastrutture, chiudendo le audizioni con Anci, Cispel, Upi, Autorità idrica toscana, Gestori del servizio idrico integrato e assessora Monia Monni, per fare il punto sulle “Ulteriori disposizioni urgenti in materia di occupazioni del demanio idrico da parte dei gestori del Servizio idrico integrato”.
Come specificato dalla stessa presidente, “l’impostazione che ha animato i lavori della commissione, con una panoramica a 360 gradi sull’impatto delle norme sul territorio, quindi sulle ricadute sulle nostre comunità, è una scelta vincente, e ci viene dimostrato, ancora una volta, con le audizioni di oggi – martedì 14 febbraio – con Anci, Cispel, Upi, Autorità idrica regionale, Gestori del servizio idrico integrato e assessora Monia Monni”.
In estrema sintesi, accanto al giudizio complessivamente positivo su una legge che cerca di riordinare e mettere a sistema una materia complessa e delicata, “mettendo ordine su un tema disordinato” – come più volte ripetuto nel corso delle audizioni – i diversi interventi degli auditi si sono concentrati sulla sostenibilità e quindi sui maggiori costi per i cittadini, che vanno ad erodere la capacità di investimento da parte dei singoli comuni. Da qui la proposta di Cispel di non esigere il canone per dieci anni, e magari porre un tetto sulle sanatorie, così da far emergere tutto il sommerso.
Come spiegato dall’assessora Monia Monni: “con questa proposta di legge abbiamo cercato di introdurre la governance dove non c’era, abbiamo discusso più volte del tetto e non abbiamo niente in contrario – ha sottolineato – ma giuridicamente non abbiamo trovato uno strumento ad hoc ”. L’assessora ha anche condiviso la preoccupazione dei gestori, nel gravare sulle famiglie, ma ha anche ribadito ch questo è un atto necessario “che va ad intervenire su degli abusi”.
Da parte dei commissari, consapevoli del tema delicato e delle ricadute sui cittadini, non è mancato lo “scetticismo marcato nei confronto del provvedimento” (Maurizio Riccardo Baldini, Lega), né la richiesta di chiarimenti sul quadro finanziario e sui tempi tecnici (Alessandro Capecchi, Fratelli d’Italia), accanto alla necessità di “cercare di fare qualcosa adesso” (Francesco Gazzetti, Pd), per porre al centro la concretezza nell’interesse dei cittadini.
I lavori della commissione sono quindi proseguiti con l’esame della proposta di legge sulle nuove disposizioni finalizzate al conseguimento dei valori limite per il materiale particolato PM10 e il biossido di azoto NO2, nella consapevolezza che “ognuno debba fare la propria parte”. Fermo restando il tema principe, che è e resta quello di garantire la qualità dell’aria e la salute dei cittadini, nel corso delle audizioni con Anci e assessorato regionale l’attenzione si è concentrata sulle modalità dei controlli rispetto alle sanzioni, sugli incentivi per sostenere la transizione energetica-ecologica, sul tema della rivalsa nei confronti dei comuni inadempienti. Ferma la replica dell’assessora Monni: “siamo condannati e dobbiamo dare risposte, le sanzioni dell’Europa per l’Italia saranno pari a 2 miliardi e 200mila euro”. Questa audizione rappresenta il secondo step di approfondimento sulla proposta di legge che introduce queste nuove disposizioni per il rispetto dei valori limite per il materiale particolato PM10 e il biossido di azoto NO2 nelle aree della Toscana dove questi sono stati superati per un numero di giorni maggiore di quello consentito. Il primo passaggio in commissione si è caratterizzato con il confronto con i comuni interessati dal provvedimento: Altopascio, Capannori, Lucca, Montecarlo, Porcari, Buggiano, Chiesina Uzzanese, Massa e Cozzile, Monsummano Terme, Montecatini Terme, Pescia, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese e Uzzano.
La commissione Ambiente si è infine data qualche giorno di tempo per approfondire ulteriormente le questioni – dead line il 1° marzo – per poter licenziare i testi di legge, prima del definitivo passaggio in Consiglio regionale.