“Arriva il primo tesoretto grazie alla Multiutility: nelle casse del Comune entrano 5 milioni di euro”.Così titolava ieri un notiziario locale on line, aggiungendo nel testo con grande entusiasmo che la Multiutility “porta in dote” alle casse del Comune “il doppio dei dividendi degli anni precedenti”.
In realtà non c’è nulla di cui entusiasmarsi, in questa notizia. C’è invece molta propaganda e di basso livello, per almeno tre motivi.
1. Gli utili generati dalla “Multiutility” derivano dalle tariffe pagati dagli utenti: per fare un esempio, nel 2022 quella della Tari è aumentata dell’8%. Non sono quindi soldi che piovono dal cielo, ma escono dalle tasche di famiglie ed imprese.
2. Proprio perché gli utili presenti e futuri delle società di gestione dei servizi come rifiuti e acqua sono interamente coperti dalle bollette, il “tesoretto” generato dalle tasche degli utenti è ciò che rende la “Multiutility” attraente per i soggetti privati: attività come quelle riguardanti i rifiuti e il servizio idrico hanno rischio d’impresa praticamente nullo e tariffe pre-determinate dall’Autorità di regolazione (ARERA).
La quotazione in Borsa è stata sospesa per decisione del Pd regionale di evitare che questo tema possa diventare un argomento ‘rischioso’ in campagna elettorale, ma è esattamente il traguardo al quale continuano a puntare i sindaci dei comuni di Firenze, Pistoia, Prato ed Empoli. E se andrà in porto la quotazione in Borsa gli utili faranno molto felici soprattutto le società finanziarie e gli investitori privati.
3. Nell’indicare la destinazione degli utili (il parco dell’ospedale) l’amministrazione ammette quel che si sa da tempo: che l’attrazione fatale di alcuni comuni per le “Multiutility” nasce dalla loro capacità di generare risorse da impiegare sia per colmare i buchi di bilancio generati dai tagli dei trasferimenti, sia per evitare di aumentare le imposte locali.
Il che genera a sua volta una duplice ingiustizia:
a) distoglie gli utili dai servizi che li hanno prodotti (in questo caso l’insieme dei servizi riconducibili al perimetro di attività della “Multiutility”);
b) rende le tariffe una forma di tassazione iniqua e occulta. Iniqua perché le tariffe, a differenza delle imposte, non sono progressive, e occulta perché nasconde a coloro che pagano le bollette che i loro pagamenti hanno impieghi diversi da quelli legati ai servizi per i quali si chiede il corrispettivo.
È il caso che le amministrazioni e i sindaci tornino a fare il loro lavoro, che consiste nell’amministrare i servizi nell’interesse della comunità, invece di cercare di convincere l’opinione pubblica, magari con il fumo negli occhi dei “tesoretti”, che sia sensato trasformare il comune in uno dei tanti ‘attori’ che stanno sul mercato.
Ad un anno dalla delibera di creazione della Multiutility, in effetti si vedono già le ricadute: cittadinanza tartassata da bollette sempre più care ed extra-profitti in dividendi milionari per i soci, una politica iniqua che specula sui beni comuni, mentre ogni promessa sulla ripubblicizzazione del servizio idrico, sul congelamento delle tariffe e sulla mancata proroga al gestore è rimasta propaganda, vuoti a perdere al pari del mandato democratico.
STOP MULTIUTILITY: Basta profitti su servizi e diritti!
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UNIONE POPOLARE PRATO