Il Vaso di Fiori del pittore olandese Jan van Huysum è tornato oggi a Palazzo Pitti, a Firenze, nel luogo esatto in cui si trovava nel luglio di 75 anni fa. Eravamo abituati alla sua fotografia in bianco e nero, d’opera d’arte fermata dal fotografo prima della Seconda guerra mondiale e poi perduta, trafugata dai nazisti e finita in mano agli eredi di un soldato tedesco.
A colori, dal vivo, è splendido, vivo, dai particolari curati e curiosi, comprese le livree degli insetti che si posano sui fiori.
Il Vaso di Fiori è tornato, a Palazzo Pitti, già residenza dei Medici e dei Lorena, e residenza reale prima e dopo il trasferimento della capitale d’Italia da Torino a Firenze. A Palazzo Pitti l’opera era rimasta fino al 1940, quando la reggia venne evacuata per l’inizio della guerra, e le opere d’arte erano state sistemate in casse di legno e trasportate in un primo tempo nella Villa Medicea di Poggio a Caiano.
Sul finire della guerra, dopo essere già stata spostata, la cassa in cui si trovava il Vaso di Fiori di Jan van Huysum venne aperta, e nel luglio 1944 un caporalmaggiore, che si era impossessato del quadro, spedì il dipinto come regalo alla moglie a Halle an der Saale, in Germania.
A riconsegnare il dipinto all’Italia, questa mattina, è stato il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas nel corso di una cerimonia di restituzione che si è svolta nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, alla presenza del ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Alberto Bonisoli, del comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni Nistri, e del direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt.
«Quella odierna è una giornata storica, vince la diplomazia culturale, che negli ultimi tempi con un’accelerazione è riuscita a raggiungere un grande traguardo – ha detto il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Alberto Bonisoli – Abbiamo ottenuto un risultato importante, di cui sono particolarmente orgoglioso, che dimostra la bontà del lavoro avviato in questi mesi, mentre si conferma ancora una volta prezioso il lavoro svolto dai carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio culturale. All’inizio del mio mandato, più di un anno fa – ha sottolineato il ministro – ho deciso di riconvocare il Comitato istituzionale per il recupero e la restituzione delle opere d’arte trafugate, e contestualmente di ampliare la composizione di questo organismo a rappresentanti permanenti del ministero degli Esteri e della Giustizia per una maggiore rappresentatività ed efficacia. Da un lato sono convinto che tutelare il nostro patrimonio culturale significa, anche, condurre una lotta senza quartiere al mercato illegale delle opere d’arte, dall’altro che per riuscirci serve un lavoro di squadra. La restituzione all’Italia e alla città di Firenze – ha continuato – lo dimostra e non solo per il valore simbolico sotteso. Oggi scriviamo una nuova e importante pagina delle relazioni culturali tra due Paesi fondatori dell’Unione europea».